“La camorra con noi non c’entra perchè non abbiamo nulla da dargli”
(Napoli). “Mi chiamo Antonio Macor e faccio il parcheggiatore abusivo”. Esordisce così Antonio, un uomo di 52 anni di Napoli che oggi, dopo più di vent’anni di carcere, passa le sue giornate in strada ad incastrare decine di macchine in pochi metri quadrati. Chiede una sorta di riconoscimento ufficiale del mestiere, Antonio, e non ci sta all’etichetta di camorrista. “Io chiedo al massimo 2 euro per tutta la giornata. Questa storia di chiamarci camorristi serve solo ad attaccarci. Non siamo tutti uguali e sicuramente c’è chi tra di noi si comporta male. È anche per questo che credo vada regolarizzata la nostra figura. Se ci mettono in regola tutto può aggiustarsi. Per chi è pregiudicato come me non ci sono alternative, nessuno ci offre nulla. Eppure anche noi abbiamo bisogno di lavorare”. Antonio, che il parcheggiatore ha iniziato a farlo da bambino insieme al padre, giura di non essersi arricchito. “Se riuscissi a guadagnare molto, stai certo che me ne andrei da questa città” conclude con fare serio e triste. (Giuliano Rosciarelli/alanews)
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