Lucy Salani, il ricordo: “Fu una vera partigiana, al suo ultimo compleanno prese le rane fritte”
Pietro Patalino (Sentinelli di Milano) racconta la storia dell’unica trans superstite dei lager nazisti
CRONACA (Milano). Lucy Salani “può essere considerata tranquillamente una partigiana come gli altri 600mila internati militari italiani che hanno deciso di preferire la deportazione, e quindi quasi morte certa, piuttosto che ingrandire le fila nazi-fasciste”. Così Pietro Patalino dei Sentinelli di Milano ricordando l’unica transessuale italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti che si è spenta oggi all’età di 98 anni. “L’ultimo ricordo molto felice che ho di lei è il festeggiamento del suo ultimo compleanno che abbiamo fatto a Bologna lo scorso agosto. L’abbiamo portata in una trattoria e scelse dal menù le rane fritte perché era molto attaccata al cibo” e ai piatti della tradizione. Festa che ha finito per coinvolgere l’intero locale, ricorda Pietro, “grazie a quello che lei sprigionava in maniera diretta, ossia la sua voglia di vivere nonostante tutto quello che ha passato. Questa è sempre stata una sua costante”. Ma non manca anche qualche rammarico, come la mancata nomina a senatrice a vita nonostante le richieste avanzate da alcune associazioni al Presidente della Repubblica: “Non ho la certezza che lei avrebbe accettato facilmente questo ruolo, perché è sempre stata una persona molto libera anche nel parlare”, ma una simile iniziativa avrebbe comunque rappresentato un’iniziativa lodevole “soprattutto per riconoscere quello che lei rappresenta”, cioè “una delle pochissime superstiti a livello europeo per quanto riguarda la storia dei ‘triangoli rosa’, che è una parte della storia della Seconda guerra mondiale che non è stata approfondita per decenni”, conclude. (Alessandro Boldrini/alanews)
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