Voto Iran, tensioni a Consolato Milano: “Non mi sento sicura a votare”
Protestanti in presidio osteggiano i votanti
(Milano). “Non mi sento sicura a votare, ma è mio dovere civile farlo, perché in Iran abbiamo una situazione difficile, soprattutto per le donne”. Queste le parole di Maryam, nome di fantasia di una ragazza recatasi al Consolato Generale della Repubblica Islamica dell’Iran di Milano, dove è stato organizzato il seggio elettorale per le Presidenziali e dove si è tenuto un presidio di attiviste e attivisti contro le elezioni. “Il buono della democrazia è che si possono avere opinioni contrastanti, finché c’è rispetto reciproco. E’ triste quando le persone sono aggressive le une contro le altre al di fuori della democrazia. Noi ci sentiamo minacciati sia dal regime che dagli esuli” ha continuato, riferendosi alle tensioni tra i votanti e il presidio. “Non sappiamo come possano andare a votare oggi quelli che vedono volti come quello di questo bambino, ucciso l’anno scorso in Iran” ha replicato un’attivista al presidio, con in mano un’artwork di un bambino. (Riccardo Sciannimanico/alanews)
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