Il presidente degli Stati Uniti su Truth Social: “La sua miserabile vita è stata interrotta, insieme a un altro membro dell’organizzazione, in coordinamento con il governo iracheno e il governo regionale curdo”
Il recente annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo l’uccisione del leader dell’Isis in Iraq segna un momento cruciale nella lotta contro il terrorismo. Trump ha dichiarato che l’operazione che ha portato alla morte di Abdallah Makki Muslih al-Rufayi, noto come “Abou Khadijah”, è stata condotta in collaborazione con le forze di sicurezza irachene e il governo curdo regionale. Questa azione è stata descritta da Trump come un passo fondamentale verso la pace attraverso la forza, evidenziando l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo.
Il post-annuncio di Trump
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che il leader dell’Isis in Iraq è stato ucciso. “Il leader fuggitivo dell’Isis in Iraq è stato ucciso. È stato braccato senza sosta dai nostri intrepidi combattenti. La sua miserabile vita è stata interrotta, insieme a un altro membro dell’Isis, in coordinamento con il governo iracheno e il governo regionale curdo. Pace attraverso la forza!”, ha scritto Trump in un post su Truth Social.
Dettagli sull’operazione
Il primo ministro iracheno, Mohammed Shia al-Sudani, ha confermato la morte di al-Rufayi, un individuo considerato tra i più pericolosi terroristi a livello globale. Le forze di sicurezza irachene, in sinergia con la coalizione internazionale anti-jihadista, hanno eseguito l’operazione nella provincia di al-Anbar, nell’Iraq occidentale, attraverso un attacco aereo di precisione. Al-Rufayi, che aveva ruoli significativi all’interno dello Stato Islamico, era responsabile delle operazioni esterne dell’organizzazione, esponendosi a sanzioni internazionali, comprese quelle imposte dagli Stati Uniti nel 2023. Il primo ministro iracheno ha annunciato su X che le forze di sicurezza del Paese hanno ucciso un leader dell’Isis responsabile delle operazioni all’estero dell’organizzazione. Si tratta di Abdallah Makki Muslih al-Rufayi, che “era considerato uno dei terroristi più pericolosi in Iraq e nel mondo”, ha scritto il premier.
Il contesto della lotta contro l’Isis
Nonostante l’Iraq avesse dichiarato e proclamato la vittoria sull’Isis nel 2017 con la sconfitta del gruppo jihadista sul suo territorio, l’organizzazione, con le sue cellule rimaste attive, continua a operare compiendo ed effettuando attacchi sporadici contro l’esercito, la polizia e le forze di sicurezza irachene. Nella prima metà del 2024, sono stati registrati 153 attacchi attribuiti all’Isis in Iraq e Siria, dimostrando che, sebbene la sua capacità operativa sia diminuita, il gruppo rimane attivo. La morte di al-Rufayi rappresenta un colpo significativo per l’organizzazione, che ha già subìto perdite notevoli con l’uccisione del suo ex leader, Abu Bakr al-Baghdadi, nel 2019.
Riflessioni sulle strategie di sicurezza
L’operazione che ha portato all’uccisione di al-Rufayi è un esempio di come la cooperazione internazionale sia fondamentale nella lotta contro il terrorismo. Le dinamiche geopolitiche della regione richiedono un monitoraggio costante e strategie di sicurezza adattive. Le parole di Trump, “Pace attraverso la forza”, sottolineano l’importanza dell’uso della forza militare per raggiungere la stabilità.
La morte di Abdallah Makki Muslih al-Rufayi non segna solo la scomparsa di un leader dell’Isis, ma rappresenta anche un’opportunità per le forze di sicurezza irachene e le loro alleate di rafforzare la loro posizione nella lotta contro il terrorismo. Continuare a garantire sicurezza e stabilità nella regione è cruciale per affrontare le minacce future.