Secondo recenti dati dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, le diagnosi di disturbi alimentari sono aumentate del 64% dal 2019. Dato allarmante che fa riflettere proprio nella Giornata nazionale del fiocchetto lilla: i primi sintomi possono manifestarsi già tra gli otto e i nove anni
Negli ultimi anni, la salute mentale e fisica dei giovani italiani ha suscitato preoccupazioni sempre più gravi, in particolare per quanto riguarda i disturbi alimentari. Secondo recenti dati diffusi dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, le diagnosi di disturbi alimentari sono aumentate del 64% dal 2019, anno precedente alla pandemia di Covid-19. Questo incremento è particolarmente allarmante poiché i primi sintomi possono manifestarsi già tra gli otto e i nove anni.
La situazione attuale
La Giornata nazionale del fiocchetto lilla, che si celebra oggi sabato 15 marzo, è un’occasione per riflettere su questa problematica sempre più diffusa. Negli ultimi anni, la società ha assistito a un aumento preoccupante dei casi di anoressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi alimentari. Un dato che fa riflettere è che in Italia oltre 3,5 milioni di persone soffrono di uno dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna), corrispondente a circa il 6% della popolazione. Questo fenomeno colpisce prevalentemente le donne, con un rapporto di 9 a 1 rispetto agli uomini, ma è emerso un incremento significativo dei casi tra i maschi, con il 20% di nuovi accessi nelle strutture specializzate appartenente alla fascia di età 12-17 anni.
Un’analisi approfondita
L’aumento dei disturbi alimentari tra i bambini e gli adolescenti è accompagnato da una crescita dell’età media di insorgenza. I dati rivelano che i nuovi casi di disturbi alimentari tra i giovanissimi sono aumentati in modo significativo, passando da 59 a 89 nuovi accessi tra i minori di 10 anni e quelli di età compresa tra 11-13 anni, rappresentando un incremento del 50% dal 2019.
L’Unità operativa di Anoressia e disturbi alimentari dell’Ospedale Bambino Gesù ha evidenziato un incremento dell’attività clinica del 38% negli ultimi cinque anni, con i day hospital che sono passati da 1.820 a 2.420. Questi numeri non solo indicano una maggiore richiesta di aiuto, ma suggeriscono anche che i disturbi alimentari si manifestano in forme più gravi rispetto ai decenni precedenti.
La gravità dei disturbi
Le diagnosi più comuni includono l’anoressia nervosa e il disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo, con un incremento rispettivo del 68% e del 65% negli ultimi cinque anni. I dati raccolti dall’ospedale mostrano un aumento drastico delle nuove diagnosi, passando da 138 nel 2019 a 226 nel 2024. Questo è un segnale preoccupante che richiede attenzione e intervento immediato. Gli esperti sottolineano una tendenza preoccupante negli ultimi anni. È evidente che i nuclei familiari di questi giovani pazienti spesso vivono in contesti di maggiore fragilità emotiva e comunicativa, aggravando ulteriormente la situazione.
Le cause sottostanti
Le ragioni dietro l’aumento dei disturbi alimentari tra i giovani possono essere molteplici. La pressione sociale, alimentata da ideali di bellezza irraggiungibili e da un costante confronto sui social media, gioca un ruolo cruciale. Inoltre, la pandemia di Covid-19 ha amplificato l’isolamento e l’ansia nei giovani, contribuendo a un incremento dei casi di ansia e depressione, che sono spesso correlati ai disturbi alimentari.
Nel frattempo, uno studio condotto dal Centro per la cura dei disturbi alimentari di Villa Miralago (Varese), in collaborazione con l’Università di Milano, ha rivelato che non esiste una strategia nutrizionale unica per il recupero dei pazienti con disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. Questo studio mette in evidenza l’importanza di un approccio flessibile e personalizzato, in grado di adeguarsi alle esigenze specifiche di ogni individuo.
L’importanza della sensibilizzazione
Con l’aumento dei disturbi alimentari tra i giovani, è fondamentale promuovere la sensibilizzazione e l’educazione su questo tema. È essenziale che i genitori, gli educatori e i professionisti della salute mentale siano in grado di riconoscere i segnali precoci di questi disturbi e di intervenire tempestivamente. La creazione di ambienti familiari e scolastici supportivi può giocare un ruolo cruciale nel prevenire l’insorgenza di disturbi alimentari.
Inoltre, è fondamentale migliorare la comunicazione all’interno delle famiglie e incoraggiare una cultura del benessere che valorizzi la salute e l’autenticità piuttosto che l’aspetto estetico. Solo attraverso un approccio integrato e consapevole sarà possibile affrontare questa crescente crisi e garantire un futuro migliore per le nuove generazioni.