Negli ultimi anni, il fenomeno degli affitti brevi ha conosciuto una crescita esponenziale, trasformando il panorama immobiliare italiano e contribuendo in modo significativo all’economia turistica delle città. Tuttavia, i recenti sviluppi normativi e le dinamiche del mercato stanno cambiando radicalmente questa situazione. Marco Celani, presidente dell’AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), ha fornito un’analisi dettagliata della situazione attuale, evidenziando come le restrizioni imposte dal governo e dalle amministrazioni locali abbiano portato a una flessione significativa del numero di annunci per affitti brevi.
Diminuzione degli annunci per affitti brevi
Secondo i dati forniti dall’AIGAB, il numero di annunci per affitti brevi sui principali portali online è diminuito drasticamente, passando da 75.000 a 66.000 in un solo anno, con una riduzione dell’11%. Questo calo è particolarmente evidente nelle città turistiche più affollate, come Firenze, dove la diminuzione raggiunge il 20%. Anche Milano e Roma, pur registrando un calo più contenuto (rispettivamente dell’8% e del 9%), mostrano segnali di cambiamento.
Motivi della flessione del mercato
Uno dei principali motivi di questa flessione è legato alle tendenze generali del settore turistico, che sta affrontando un periodo di incertezze a livello internazionale. Gli operatori hanno notato che i turisti stranieri stanno prenotando con sempre meno anticipo e in numero ridotto, portando i proprietari di immobili destinati agli affitti brevi a rivalutare le loro strategie. In molti casi, si è scelto di:
- Abbassare i prezzi per rimanere competitivi.
- Disattivare temporaneamente i propri annunci.
In aggiunta a questi fattori di mercato, anche le nuove normative hanno avuto un impatto significativo. Tra queste, spicca il Codice Identificativo Nazionale (CIN), introdotto per garantire una maggiore tracciabilità degli immobili affittati per brevi periodi. L’obbligo di richiedere il CIN, da esporre in ogni annuncio online e all’esterno dell’immobile, ha portato a un incremento della burocrazia e ha reso più difficile per alcuni proprietari continuare a operare nel settore.
L’importanza della registrazione al CIN
La registrazione al CIN è possibile attraverso l’iscrizione alla Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e degli Immobili in Locazione Breve (BDSR), gestita dal Ministero del Turismo. Questa banca dati raccoglie informazioni dettagliate sugli immobili, incluse le certificazioni sugli impianti e la capacità ricettiva, permettendo ai clienti di verificare l’autenticità del CIN di un locatore. Nonostante l’obbligo, delle 613.000 strutture registrate nella BDSR, solo 521.000 hanno richiesto il CIN, evidenziando una discrepanza del 15%.
Questa situazione può essere interpretata in diversi modi. Da un lato, è possibile che una parte dei proprietari abbia deciso di ritirarsi dal mercato degli affitti brevi, optando per soluzioni di locazione più stabili e a lungo termine. Dall’altro, c’è il rischio che alcuni proprietari continuino a operare senza il CIN, quindi in modo abusivo.
Nuove tendenze nel mercato degli affitti
Un ulteriore aspetto da considerare è l’uso delle key box, le cassette per le chiavi che permettono ai clienti di accedere autonomamente agli appartamenti. Sebbene queste siano diventate comuni in molte città, anche in questo caso, le amministrazioni locali stanno intervenendo per regolarne l’uso. A Roma, per esempio, il comune ha avviato operazioni di rimozione di queste cassette, mentre a Firenze è stata approvata una delibera che ne vieta esplicitamente l’installazione. Queste misure, motivate da ragioni di sicurezza e decoro urbano, hanno reso le key box un simbolo controverso del fenomeno degli affitti brevi.
Il calo degli affitti brevi ha portato a un parallelo aumento delle offerte per locazioni lunghe. I proprietari che una volta affittavano i loro immobili per brevi periodi stanno ora valutando la possibilità di affittare a lungo termine, cercando stabilità in un mercato sempre più volatile. Questa transizione non solo offre una soluzione per i proprietari, ma potrebbe anche contribuire a una maggiore disponibilità di alloggi a lungo termine, un problema che molte città italiane stanno affrontando, specialmente in contesti di crisi abitativa.
Le nuove tendenze nel mercato degli affitti, quindi, non solo riflettono cambiamenti nelle preferenze dei turisti, ma segnalano anche un’evoluzione fondamentale nel modo in cui i proprietari gestiscono i loro immobili. La sfida per il futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra le esigenze dei turisti, che cercano esperienze uniche e accessibili, e le necessità dei residenti, che desiderano una qualità della vita sostenibile e accessibile.
L’analisi di Marco Celani e i dati dell’AIGAB offrono uno spaccato utile per comprendere come il mercato degli affitti brevi stia subendo una trasformazione significativa. Mentre alcuni proprietari di immobili si allontanano dal settore degli affitti brevi, altri potrebbero scoprire opportunità nel mercato delle locazioni a lungo termine. Questo cambiamento potrebbe non solo influenzare il panorama turistico, ma anche contribuire a risolvere problemi di accessibilità abitativa nelle città italiane. La situazione richiede un monitoraggio attento e un dialogo costante tra le istituzioni, i proprietari e le comunità locali per garantire un futuro equilibrato e sostenibile per tutti gli attori coinvolti.