TOKYO – Resta alta l’incertezza sull’economia giapponese, con l’inflazione oltre il 2% dal 2022. A gennaio, i prezzi sono aumentati del 3,2%, spingendo alcune aziende ad alzare i salari del 5,4%. La Bank of Japan prevede nuovi rialzi dei tassi solo in estate.
La recente decisione della Banca centrale del Giappone di mantenere i tassi di interesse invariati ha suscitato grande attenzione. Questo annuncio si inserisce in un contesto di incertezze economiche e inflazione persistente, con il board della banca che ha sottolineato come “numerose incertezze rimangono ancora sull’andamento dell’attività economica e il rialzo dei prezzi”. La situazione attuale sta influenzando le scelte di politica monetaria del paese, rendendo cruciale il monitoraggio delle dinamiche economiche.
Politica monetaria e ripresa economica
Dopo anni di una politica monetaria ultra espansiva, la Banca del Giappone sta cercando di stimolare la ripresa economica, che continua a trovarsi in fase di stallo. Un aspetto fondamentale è l’andamento dei salari, che crescono lentamente nonostante l’inflazione si mantenga costantemente sopra il 2% da aprile 2022. Questo scenario ha portato, un anno fa, alla fine dell’era dei tassi negativi, con un incremento iniziale allo 0,25% a luglio e un ulteriore rialzo previsto all’inizio del 2025.
Aumento dei prezzi al consumo
I dati recenti mostrano un significativo aumento dei prezzi al consumo. A gennaio, si è registrato un incremento del 3,2%, il ritmo più veloce degli ultimi 19 mesi. Per contrastare l’impatto dell’inflazione, molte aziende giapponesi hanno accettato di aumentare gli stipendi. Le recenti trattative salariali hanno portato a una revisione media del 5,4%, secondo un’indagine preliminare della Confederazione sindacale giapponese (Rengo).
Previsioni future e contesto globale
Gli analisti di mercato prevedono che il prossimo ritocco del costo del denaro non avverrà prima dell’estate. Questa previsione tiene conto delle recenti tempistiche di rialzi e delle incertezze legate agli scambi commerciali, in particolare rispetto agli Stati Uniti. In questo contesto, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha previsto un rallentamento della crescita globale, che passerà dal 3,2% nel 2024 al 3,1% nel 2025 e scenderà al 3% nel 2026. Questo calo è attribuito principalmente all’aumento delle frizioni commerciali, alimentate dai dazi imposti durante l’amministrazione Trump.
In sintesi, la decisione della Banca centrale giapponese riflette una strategia cauta in un periodo di sfide economiche significative. Il Giappone sta cercando di navigare in un panorama globale sempre più complesso, affrontando le sfide legate all’inflazione e alla crescita economica.