La recente polemica innescata dalle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni riguardo al Manifesto di Ventotene ha suscitato una forte reazione da parte di Carlo Calenda, leader di Azione. Durante un punto stampa tenuto fuori Montecitorio, Calenda ha espresso il suo disappunto per il dibattito che si sta sviluppando attorno a un documento storico, sottolineando l’urgenza di affrontare le questioni contemporanee, in particolare la crescente aggressività della Russia guidata da Vladimir Putin.
Il contesto internazionale e la bagarre politica
Calenda ha messo in evidenza come il contesto internazionale attuale sia caratterizzato da tensioni sempre più acute. Putin non solo ignora le tregue, ma sembra avere un’agenda espansionistica ben precisa. “La situazione internazionale si fa drammatica”, ha affermato Calenda, “e noi parliamo del Manifesto di Ventotene. È incredibile. Che senso ha questa bagarre? Dobbiamo concentrarci su come contrastare l’avanzata di Putin e non su un documento del passato”.
Il manifesto di Ventotene e la storia europea
Il manifesto di Ventotene, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli e altri esponenti del movimento federalista europeo, è un documento fondamentale per la storia dell’integrazione europea. Tuttavia, Calenda critica l’attuale utilizzo politico che ne viene fatto. Secondo lui, Meloni avrebbe potuto esprimere le sue opinioni in modo più costruttivo, ad esempio, affermando che il manifesto non rappresenta la sua ispirazione politica, ma che essa affonda le sue radici nell’Europa di De Gasperi e Adenauer, come ha già fatto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
La necessità di un’Europa unita
Calenda ha portato avanti il suo ragionamento, affermando che la “bagarre” attuale è una manifestazione di una mancanza di serietà nel dibattito politico italiano. “Siamo un Paese che non riesce a fare pace con la sua storia”, ha commentato, lamentando che ci si continua a concentrare su questioni storiche piuttosto che affrontare le sfide attuali. In un momento in cui il mondo è in fermento, ritiene sia fondamentale discutere di questioni che riguardano il presente e non rimanere bloccati a rimuginare su un passato che non può più influenzare le scelte politiche di oggi.
Un aspetto cruciale della sua argomentazione è l’importanza di un’Europa unita e forte nel contesto della crisi ucraina. Calenda ha ribadito la necessità di supportare l’Ucraina nella sua lotta per la sovranità e la libertà, affermando che “ci vuole un’Europa forte per dissuadere Putin”. Non basta, secondo lui, fare riferimento al passato glorioso del progetto europeo; è essenziale che l’Europa si presenti come un attore coeso e determinato sulla scena internazionale.
In risposta a chi gli ha chiesto se le affermazioni di Meloni siano state un tentativo di nascondere le contraddizioni all’interno della maggioranza di governo, Calenda ha risposto con una certa ironia: “Le contraddizioni sono ovunque, nella maggioranza e nell’opposizione”. In questo clima di incertezze politiche e sociali, Calenda ha tracciato un confine netto tra la sua posizione e quella di altri partiti, insistendo sul fatto che Azione rimane fermamente ancorata ai propri principi: una visione di un’Europa unita e solidale, capace di affrontare le sfide globali e di garantire pace e stabilità nel continente.