Bruxelles, 3 aprile – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che l’imposizione dei dazi da parte degli USA è “contraria” alla richiesta di aumentare le spese per la difesa al 5% del Pil. Ha citato l’articolo 2 del trattato di Washington, evidenziando la necessità di evitare una guerra commerciale.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha recentemente espresso preoccupazione riguardo all’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti, definendoli “contrari” alla richiesta di aumentare le spese per la difesa al 5% del Prodotto Interno Lordo (Pil) dei paesi membri della NATO. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate a margine della ministeriale NATO che si è tenuta a Bruxelles, dove i rappresentanti dei governi alleati si sono riuniti per discutere questioni di sicurezza e cooperazione militare.
Contesto della dichiarazione
La NATO, l’Alleanza Atlantica fondata nel 1949, è stata istituita per garantire la sicurezza collettiva dei suoi membri attraverso la cooperazione militare e politica. L’articolo 2 del trattato di Washington, che istituisce la NATO, sottolinea l’importanza della cooperazione economica tra gli Stati membri come parte fondamentale della sicurezza collettiva. Tajani ha richiamato l’attenzione su questo punto, affermando che le misure protezionistiche, come i dazi, possono minare la solidarietà e la cooperazione necessarie per affrontare le sfide globali contemporanee.
Implicazioni dei dazi statunitensi
L’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti ha suscitato preoccupazioni non solo in Europa, ma anche in altre regioni del mondo. Queste misure possono avere un impatto significativo sulle relazioni commerciali internazionali, ostacolando il libero scambio e provocando ritorsioni da parte dei paesi colpiti. Tajani ha avvertito che la “guerra commerciale” non è in linea con gli obiettivi della NATO e potrebbe compromettere gli sforzi degli alleati nel rafforzare le loro capacità difensive.
La posizione dell’Italia, così come quella di altri paesi membri, è quella di aumentare le spese per la difesa, in linea con l’impegno di raggiungere il 2% del Pil stabilito nel vertice NATO di Varsavia del 2016. La richiesta di elevare questo obiettivo al 5% è emersa come una risposta alle crescenti tensioni geopolitiche, in particolare alla luce delle attività militari della Russia e delle sfide poste da attori non statali.
La risposta dell’Unione Europea
In questo contesto, l’Unione Europea ha ribadito la necessità di una strategia coesa per la difesa e la sicurezza. La Commissione Europea ha sottolineato che la cooperazione economica e militare è essenziale per affrontare le minacce comuni. L’UE ha anche lanciato iniziative per incentivare gli investimenti nella difesa e migliorare la capacità di risposta collettiva, cercando di armonizzare gli sforzi dei vari Stati membri.
Dichiarazioni di Tajani
Durante la sua intervista, Tajani ha dichiarato: “La guerra commerciale certamente non fa parte di quello che dice l’articolo 2; dobbiamo evitarla”. Questa affermazione evidenzia la necessità di mantenere un dialogo aperto e costruttivo tra gli alleati, nonostante le differenze economiche e politiche che possono sorgere.
Tajani ha inoltre sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra la crescita economica e la sicurezza, suggerendo che le spese per la difesa non dovrebbero essere viste come un onere, ma come un investimento strategico per il futuro della sicurezza collettiva.