Roma, 3 aprile – I top 20 di ATP e WTA hanno chiesto agli organizzatori degli Slam un aumento della quota di ricavi destinata ai tennisti, attualmente tra il 15% e il 20%. I campioni: “Lo show lo facciamo noi”
Nel mondo del tennis, il dibattito sui compensi dei giocatori è tornato a far parlare di sé, con i tennisti della top 20 ATP e WTA che hanno recentemente inviato una lettera agli organizzatori dei tornei dello Slam. Questa iniziativa è motivata dalla percezione che, nonostante i guadagni elevati dei tornei, la quota destinata agli atleti sia insufficiente rispetto ai ricavi complessivi generati. I tennisti affermano che, essendo loro a garantire lo spettacolo, è giusto che una maggiore porzione dei ricavi vada a loro.
L’aumento dei premi e le richieste dei tennisti
Nel 2024, gli Slam hanno distribuito un montepremi totale di oltre 254 milioni di dollari, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i tennisti sottolineano che tale aumento non è proporzionato ai ricavi complessivi, che superano i miliardi. Ad esempio, l’Australian Open ha distribuito oltre 100 milioni di dollari australiani, pari al 20% dei 500 milioni di dollari di ricavi stimati. Analogamente, il Roland Garros ha visto un montepremi di 53 milioni di euro, corrispondente al 16% dei 338 milioni di ricavi. A Wimbledon, i giocatori hanno ricevuto 70 milioni di dollari, il 17% dei 408 milioni di ricavi, mentre agli US Open i 75 milioni di dollari distribuiti rappresentano solo il 15% delle entrate superiori ai 500 milioni di dollari.
Questi dati evidenziano una situazione in cui, nonostante l’aumento costante dei montepremi, la percentuale di ricavi destinata ai giocatori rimane bassa, oscillando tra il 15% e il 20%. Questo ha portato i tennisti a considerare la loro quota come insufficiente rispetto ai profitti generati dai tornei.
Le rivendicazioni storiche e il contesto attuale
Negli ultimi anni, l’aumento dei premi è stato principalmente orientato a favore dei giocatori che partecipano alle qualificazioni e di quelli che escono nei primi turni. Per esempio, agli US Open, i compensi per chi esce all’ultimo turno delle qualificazioni sono aumentati del 63% dal 2019 al 2024, mentre quelli per il primo turno del tabellone principale sono cresciuti del 72%.
Le rivendicazioni dei tennisti non sono una novità. La Professional Tennis Players Association (PTPA) ha avviato una causa contro i vertici del tennis mondiale, denunciando che solo il 15% circa dei ricavi globali è destinato ai tennisti. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni tra gli atleti, poiché solo i primi 200 giocatori del circuito ATP riescono a guadagnarsi da vivere grazie al montepremi, mentre gli altri devono investire di tasca propria per partecipare alla maggior parte dei tornei.
Un movimento più ampio per una giusta distribuzione
Non è chiaro se la richiesta di un aumento dei premi riguardi tutti i giocatori o sia rivolta principalmente ai top 20. Tuttavia, questa iniziativa si inserisce in un movimento più ampio che ha visto atleti di vari sport, come i giocatori di NBA, unirsi per ottenere una percentuale più equa dei ricavi generati dai loro eventi. I giocatori di NBA, ad esempio, hanno raggiunto il 50% dei ricavi, mentre le giocatrici di WNBA ricevono solo il 9,3%.
Parallelamente, in Europa, alcuni club di calcio hanno minacciato di creare un torneo alternativo per negoziare un aumento della loro quota di ricavi con la FIFA e la UEFA. La questione dei compensi nel mondo dello sport è complessa e gli sviluppi futuri potrebbero portare a nuove tensioni e riforme nei meccanismi di distribuzione del montepremi.