Elisa vedeva la vita per quello che era e la affrontava sempre con il sorriso sulle labbra, non perdendosi mai d’animo e godendo di ogni secondo che le veniva concesso. Spero che la storia di mia moglie aiuti le persone a riflettere sull’importanza dell’amore verso la vita, che va sempre vissuta a pieno, anche nei momenti di difficoltà.
(Alessio Vicenzotto)
Il lungometraggio, ambientato a Crespi d’Adda, piccolo centro della provincia di Bergamo, è ispirato alla vita di Elisa (Vittoria Puccini), sposata ad Alessio (Edoardo Leo), la quale lascia 18 regali per i prossimi compleanni della figlia Anna (Benedetta Porcaroli), quando scopre di avere una grave malattia.
Cosa significa per una madre non poter assistere alla crescita della propria figlia? La protagonista non cerca le risposte negli oggetti regalati, tenta in qualche modo di restituire la sua presenza nella vita di Anna; la continuità di un amore, una sorta di linguaggio relativo all’affetto e alla trasmissione dei valori più nobili, nella consapevolezza di un’ipotetica fragilità esistenziale, alla quale la figlia rischierà di essere sottoposta. Coraggiosa e risolta, Elisa non rincorre il senso dell’immortalità, ma quello della vita.
Amato scrive il film con Massimo Gaudioso, Davide Lantieri e Alessio Vicenzotto, modellando una terza dimensione, in cui gli interpreti interagiscono tra di loro sorretti da una sceneggiatura forte, che concede loro la piena possibilità di esprimere le proprie abilità attoriali. La Porcaroli ed Edoardo Leo confermano nuovamente il loro talento, mentre Vittoria Puccini, a mio avviso una delle più brave attrici del nostro cinema, riafferma una penetrante capacità interpretativa, attraverso la facoltà di saper plasmare armoniosamente gestualità, intensità espressiva e modulazione della voce. La visione dell’opera scorre su due binari; i personaggi sono consapevoli di non potercela fare, al contempo esprimono il desiderio di lasciare una traccia nell’esistenza del prossimo. Dunque, Il film rappresenta un inno alla vita, invitando lo spettatore all’uso sensato del tempo.
Non secondaria la figura del padre, al quale spetterà la gestione presente e futura delle dinamiche famigliari, attraverso il compito di mantenere vivo il ricordo della moglie, colei che ci guiderà verso una consapevolezza: la morte rappresenta un contemplativo accadimento facente parte della realtà.
Il film, distribuito da Vision Distribution, è prodotto da Lucky Red, 3 Marys Entertainment e Rai Cinema, con la collaborazione di Sky. Nel cast anche Sara Lazzaro, Marco Messeri, incisivo nelle vesti del nonno e Betti Pedrazzi. La fotografia è di Gherardo Gossi, mentre il montaggio è realizzato da Claudio Di Mauro. La colonna sonora è di Andrea Farri, già collaboratore di Amato nel film “Lasciati andare”.
(Fabio Di Berardino/alanews)
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