Legge sul ‘fine vita’, Cappato: “Zingaretti e Di Maio hanno paura”
“Non sorprende vicinanza di parte del mondo cattolico, altri non danno valore alla libertà di scelta”
POLITICA (Milano). “D’ora in poi, in determinate e gravi condizioni, grazie alla decisione del Tribunale di Milano, chi aiuterà al suicidio il malato non sarà più perseguibile per legge. Il 5 febbraio chiederemo ai Giudici, invitati a valutare sul caso di Davide Trentini, di rinviare la decisione alla Corte Costituzionale per esprimersi in merito a quei malati che, anche se non tenuti in vita artificialmente, vogliono porre fine alle proprie sofferenze”. Così Marco Cappato, radicale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, commenta la sentenza di assoluzione sul caso Dj Fabo per il quale era imputato davanti alla Corte di Assise di Milano. “La politica”, aggiunge “nonostante il largo consenso tra i cittadini, non vuole decidere. Zingaretti e Di Maio potrebbero prendere in mano la nostra porposta di legge di iniziativa popolare depositata più di 6 anni fa in parlamento; non lo fanno perché hanno paura che qualcuno possa, per una volta, decidere con la propria testa e creare divisioni interne ai partiti. Avere una posizione favorevole non conta nulla se poi non fai battaglie per raggiungere degli obbiettivi”. Non sono mancate le critiche sull’assoluzione, ad esempio quelle di Mario Adinolfi, rappresentante del Popolo delle Famiglie, che ha paragonato il suicidio assistito all’Aktion T4 di Hitler nella Germania nazista: “Quando non si dà alcun valore alla libertà di scelta é chiaro che non si riesca a capire la differenza tra l’eutanasia e un omicidio effettuato ai danni dei più deboli. Per loro la libertà di scelta non conta. Non é una sorpresa invece che mi siano arrivati da tanti cattolici, parole e messaggi di vicinanza e apprezzamento” (Luca Perillo)
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