“È compito tuo regalare sogni!”. Questo l’incarico che Louis B. Mayer, capo della Metro Goldwyn Mayer, assegnava a Judy Garland durante le riprese del film “Il mago di Oz”, negli anni trenta. Il film biografico, distribuito da Notorious Pictures, racconta gli ultimi mesi di vita dell’attrice e cantante statunitense, vissuti tra alcol, antidepressivi ed una serie di concerti tenuti a Londra, decisi dall’artista a causa dei debiti contratti nel corso del tempo.
Il regista omaggia una delle più grandi star del panorama cinematografico mondiale, forte dell’interpretazione di Renée Zellweger, che per il ruolo ha ottenuto la candidatura all’Oscar come migliore attrice; l’esaltazione grottesca del personaggio non si palesa, equilibrando le incrinature della scrittura filmica. L’autorialità di Goold si afferma nella definizione degli aspetti intimi ed artistici, inereneti alla personalità di Frances Ethel Gumm, questo il vero nome della Garland. Un’analisi introspettiva rivolta ad un’icona vulnerabile e inquieta nell’interiorità, forte nell’istinto materno e nella volontà di resistere, all’interno dei criticabili meccanismi dell’industria dello spettacolo. Judy vedeva nei suoi ammiratori degli alleati e detestava le disuguaglianze sociali, in un’epoca in cui la libertà d’espressione non rappresentava il fulcro dell’intero tessuto sociale.
Morta nel 1969 a soli 47 anni, l’attrice resta modello atemporale per coloro i quali intendono intraprendere un qualsiasi percorso artistico; un carattere senza possibilità di redenzione, scalfito da una determinazione turbata ma capace di un’umanità che le ha permesso di diventare leggenda.
Il film è candidato anche per il Miglior trucco e acconciatura (Jeremy Woodhead). Nel cast Finn Wittrock, Rufus Sewell, Jessie Buckley, Michael Gambon.
(Fabio Di Berardino/alanews)
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