Primo Maggio, il giovane medico: “Con il Coronavirus non c’è spazio per le festività”
“Ho 28 anni, sono al primo anno di specializzazione e mai me lo sarei aspettato così”
(Torino). “Tutti i giorni sono uguali, che sia festivo o meno anche il Primo Maggio va avanti a ritmo pieno perché non c’è spazio per le festività. Non mi piace la parola eroe, perché prevede un sacrificio sproporzionato rispetto a quello che dovremmo fare, lo sapevamo che nella nostra professione il rischio c’è sempre – a parlare è Tarek Shail, medico di 28 anni, positivo al Coronavirus e tornato a lavorare dopo la quarantena – Mi aspettavo di risultare positivo, prima ero più sicuro del fatto che l’avrei fatto in maniera asintomatica, adesso penso e spero di essere immune, ma non ci sono ancora prove, quindi guardo molto di più gli aspetti di pulizia, le distanze. Io sono stato contagiato quando lavoravo in un reparto a poco contatto con pazienti, quindi vuol dire che sono stati i colleghi”. (Sara Iacomussi/alanews)
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