Maturità, da domani l’esame ai tempi del Coronavirus: “Modalità dell’orale forzate”
Il preside: “Non sarebbe stato possibile fare gli scritti, ma serviva colloquio più libero”
CRONACA (Torino). Il preside: “Non sarebbe stato possibile fare gli scritti, ma serviva colloquio più libero”
“Mi pare che sia stato difficile raggiungere un equilibrio tra lo svolgimento dell’esame adeguato e proporzionato allo sforzo quinquennale con le condizioni di contesto, che sono complicate”. Domani si parte, i maturandi di tutta Italia torneranno in classe per sostenere l’esame di fine percorso, ai tempi del Coronavirus. “C’è il diritto dei ragazzi a poter concludere in maniera coerente e degna il percorso. Questo equilibrio è complicato – così Vincenzo Pappalettera, preside del Liceo Gioberti di Torino – Si sono messi insieme troppi elementi e il rischio è che si debba dare troppa attenzione all’orologio. Un altro aspetto problematico è l’articolazione del colloquio nelle cinque parti, un tentativo di simulare le prove scritte. Questa è una forzatura. L’esame ha senso se ha le medesime regole per tutti gli studenti su tutto il territorio nazionale, la didattica a distanza ha visto ogni scuola muoversi secondo le proprie possibilità, rispetto a quello che concretamente si poteva fare. La situazione delle diverse classi è particolarmente variegata, un meccanismo omogeneo quindi non è adeguato. Quest’anno non sarebbe stato possibile fare anche gli scritti, un colloquio un po’ più libero sarebbe stato meglio”. (Sara Iacomussi/alanews)
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