Covid, ristoratori: “Conte ci usa come capro espiatorio”
“Nuovo Dpcm ha creato dualismo tra ristoratori e cittadini ma il virus non è nei nostri locali”
CRONACA (Roma). “Io ho riaperto solo per non essere dimenticata”. La “ripartenza” per molti italiani non c’è mai stata. Tra questi c’è Roberta Pepi, proprietaria del ristorante “Robertino” a Monti, fino allo scorso anno conosciutissimo locale di cucina romana con più di 90 coperti e che oggi riesce a mala pena a farne 10. “Una situazione al limite – si sfoga – dovuta alla crisi lo capisco ma che oggi è diventata insopportabile.”. Il nuovo Dpcm, varato dal governo, non ha semplificato la situazione. Lo scenario pandemico ha imposto nuove norme più restrittive per contenere il contagio, “norme penalizzanti secondo Roberta “che individuano nei ristoranti e nei locali in genere il capro espiatorio. Ci hanno scelto come vittime sacrificali- si sfoga – hanno creato un dualismo tra ristoratori e cittadini che non esiste. Io non sono “negazionista”, so che il virus c’è e circola ma non è nei ristoranti il problema. Lo può essere nelle scuole, nei trasporti non certo nei locali dove da mesi vengono rispettate le norme igieniche, dove si sono già fatti tanti sacrifici. Conte non ha tenuto in considerazione quanto abbiamo fatto”. (Giuliano Rosciarelli/alanews)
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