C’è anche il comparto del gioco legale tra le tante vittime della pandemia Covid 19. Un settore che non conquista le prime pagine o i titoli dei telegiornali, ma che soffre, al pari di tantissimi altri. Per ritagliarsi lo spazio necessario a protestare, allora, i lavoratori dell’indotto legato al gambling sono scesi in piazza per quella che è stata la prima grande manifestazione per il gioco in Italia. Anzi due: una a Milano, in Piazza Duomo, l’altra a Roma, in Piazza del Popolo. Seguita a ruota da un altro sit in, stavolta a Montecitorio, sempre nella Capitale.
Protagoniste questa volta sono state le donne lavoratrici nel settore, che sono state ricevute dal sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon. La richiesta è stata quella di uno stop ai provvedimenti duri e repressivi nei confronti del gioco legale terrestre.
Il nuovo DPCM in vigore da sabato 6 marzo però non ha cambiato nulla: le attività del gambling italiano saranno sospese almeno fino al 6 aprile. Ma a questo proposito il Governo sta lavorando a una nuova misura: il “Decreto Sostegno”. Durante un’interrogazione parlamentare infatti, lo scorso 3 marzo il deputato della Lega Antonio Minardo aveva chiesto al nuovo Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e al titolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, di venire in contro al settore del gioco.
I dati, riportati da Minardo, parlano chiaro: come riassume la grafica elaborata da Gaming Report, la chiusura indiscriminata ha portato a un calo del 35% delle giocate, con un giro d’affari che è sceso da 19.4 miliardi nel 2019 a 12.5 miliardi nel 2020. A soffrire è soprattutto il settore del retail ovvero agenzie di scommesse, sale slot e Bingo, che hanno fatto registrare un calo del 43%, mentre gli apparecchi (e tutto l’indotto ad essi legato: programmatori, tecnici, elettricisti) hanno subito un segno meno del 54% rispetto al 2019.
Ampio spazio durante l’interrogazione parlamentare è stato dedicato al Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dove si legge che nel 2019 gli incassi dell’erario statale, derivati dal gioco, erano maggiori ai 10 miliardi di euro. Ovviamente nel 2020 non si potranno raggiungere cifre simili: nei punti vendita, a partire dal lockdown, si è riscontrato un calo del 20%, con un grande danno anche per lo Stato che ha guadagnato dal gioco legale appena 4 miliardi di euro nel 2020.
Una nuova chiusura nazionale sarebbe critica sia per le casse statali che per i tanti lavoratori del gioco legale. Sono oltre 150 mila i lavoratori che attendono risposte. E hanno bisogno di un intervento rapido.