Fase 3, e i circoli di scacchi? “Questione economica, siamo uno sport povero”
“Non ci hanno dato attenzioni per farci riprendere, le misure sono poco attuabili”
(Torino). “A voler pensare è una questione economica, gli scacchi sono uno sport povero quindi non si è data troppa attenzione a fare in modo che l’attività potesse riprendere. È stata emanata una direttiva che lascia il tempo che trova. Il problema principale è la distanza tra giocatori, perché dovrebbero stare a due metri di distanza, che con una scacchiera di 80 cm crea problemi, soprattutto per le partite a gioco rapido, è poco attuabile – questa è la denuncia di Renato Mazzetta, presidente de La Scacchista, il circolo di scacchi più antico e grande di Torino, dove l’attività sportiva non è ancora ripresa per l’emergenza Coronavirus – Una partita a scacchi con misure anti Covid, oltre alla distanza, deve seguire le normative sanitarie, evitando di stringersi la mano, la sanificazione dei pezzi e degli orologi, la distanza tra le persone nella sala. Sarebbe chiaramente obbligatoria la mascherina, ma fare una partita di tre ore con la mascherina può essere problematico”. (Sara Iacomussi/alanews)
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