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Il panorama dei media italiani nell’era di internet
L’universo dei media italiani appare ancora caratterizzato dal ruolo dominante della televisione, ma il predominio televisivo è insediato dal web, grazie anche ai social network che veicolano i contenuti online. Contenuti non solo testuali ma anche video. Rispetto ad altri paesi europei, i cittadini italiani trascorrono gran parte del tempo a guardare lo schermo televisivo per informarsi, mentre la diffusione della stampa rimane piuttosto bassa, con dati in calo ogni anno. I media italiani sono stati fortemente influenzati dalla crisi economica del 2008, una delle peggiori crisi internazionali dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi. Ha fortemente trasformato il sistema dei media, influendo principalmente sulla stampa e mettendo a rischio il futuro del giornalismo ‘tradizionale’.
Sono stati due i fattori che hanno avuto un peso specifico sulla crisi della stampa, amplificando la crisi economica: la larga diffusione di internet, che con blog e riviste online ha creato un nuovo modo per condividere articoli e conoscenze, e il crollo della pubblicità che ha portato a una diminuzione degli sponsor e dei budget da investire. Di conseguenza le aziende hanno aumentato i pensionamenti anticipati e diminuito il numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato.
Anche per quanto riguarda il videogiornalismo la situazione è radicalmente cambiata negli ultimi dieci anni, soprattutto in virtù di due aspetti: l’avvento degli smartphone, che hanno reso chiunque ne sia in possesso un potenziale reporter, e la diffusione di piattaforme video come YouTube in grado di fare concorrenza ai grandi network televisivi. La sfida da vincere, per non soccombere e non rimanere travolti dai nuovi meccanismi editoriali, risiede nel restare aggiornati senza perdere la propria identità: padroneggiare i nuovi sistemi di condivisione e diffusione delle notizie mantenendo una proposta giornalistica chiara e soprattutto credibile.
In un panorama così eterogeneo e frastagliato a emergere è il giornalista che più degli altri è in grado di gestire contemporaneamente diversi linguaggi, alternando la scrittura di articoli con altri mezzi espressivi. La figura del giornalista specializzato in un solo mezzo, per esempio carta stampata, radio o televisione, viene meno, lasciando il posto a una figura professionale capace di padroneggiare più strumenti comunicativi, declinando il messaggio a seconda del mezzo. Una delle personalità che meglio hanno incarnato la figura di giornalista a tutto tondo è Roberto Saviano. Dopo il successo del libro Gomorra, già un esempio di contaminazione di stili diversi, ha continuato la sua attività giornalistica alternando la scrittura di articoli con monologhi televisivi, interviste video e interventi sui social network. Proprio grazie all’uso mirato e consapevole dei social media, Saviano è riuscito a costruire un ampio spazio di dibattito intorno alle sue opinioni. Scritti da fan o haters, sotto i suoi post di Facebook (la cui pagina conta più di due milioni e mezzo di follower) si possono leggere migliaia di commenti su temi di attualità o avvenimenti politici, a differenza delle pagine delle testate giornalistiche, a volte tristemente vuote.
di Matteo Bruzzese / 2di3
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