Marco Guida ha dichiarato su Radio CRC che lui e il collega Maresca non dirigeranno le partite del Napoli: ecco la sua denuncia contro la violenza sugli arbitri
La questione della violenza sugli arbitri nel calcio italiano è tornata al centro del dibattito grazie alle recenti dichiarazioni di Marco Guida, arbitro internazionale. In un’intervista su Radio CRC, Guida ha rivelato una decisione drastica: insieme al collega Fabio Maresca, ha scelto di non arbitrare più le partite del Napoli. Questa scelta, dettata da un contesto di crescente tensione e violenza, solleva interrogativi cruciali sul rispetto e sulla cultura sportiva nel nostro paese.
La posizione di Guida sulla violenza
Guida ha esordito con una frase che colpisce per la sua schiettezza: “I limiti territoriali? Non esistono“. Questo chiarisce che la decisione di non arbitrare il Napoli non è legata a fattori geografici, ma a un clima di insicurezza e ostilità. Ha anche menzionato come il designatore Rocchi avesse chiesto loro di arbitrare le partite della squadra partenopea, evidenziando la gravità della situazione che sta diventando insostenibile anche per arbitri esperti.
L’aggressione a un giovane arbitro
Una delle affermazioni più toccanti di Guida riguarda l’aggressione subita da Diego, un giovane arbitro di soli 19 anni, durante una partita tra Under 17 in Sicilia. Guida ha descritto l’accaduto come un “attacco vile, vigliacco e disgustoso“, sottolineando l’importanza di solidarizzare con i colleghi che affrontano violenze, sia fisiche che verbali. Ha ribadito che il tema della violenza sugli arbitri, in particolare quelli giovani, è estremamente delicato e richiede azioni concrete.
La necessità di un cambiamento culturale
Guida ha messo in evidenza un problema diffuso nel mondo del calcio: “L’arbitro non è un nemico da insultare a prescindere“. Questa affermazione critica la rappresentazione degli arbitri da parte dei media, spesso dipinti come antagonisti. Ha espresso la sua preoccupazione per la mancanza di rispetto che permea gli spalti, influenzando negativamente il comportamento dei giovani arbitri.
Inoltre, Guida ha condiviso la sua esperienza personale, affermando di non aver mai subito un’aggressione. Tuttavia, il dolore di vedere giovani colleghi maltrattati lo colpisce profondamente, soprattutto come genitore. La scena di una madre che insulta un giovane arbitro durante un’aggressione rappresenta un momento di grande tristezza, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale.
Proposte per migliorare la situazione
Guida ha proposto una misura che potrebbe contribuire a migliorare la situazione: a partire dalla prossima stagione, solo il capitano della squadra avrà il diritto di parlare con l’arbitro. Questa modifica potrebbe promuovere un ambiente di maggiore rispetto e responsabilità, responsabilizzando i capitani per i comportamenti delle loro squadre.
La denuncia di Guida è un grido di allerta e un invito a riflettere sul mondo del calcio, che dovrebbe essere fondato su valori di fair play e rispetto reciproco. La violenza e le ingiurie non hanno posto in uno sport che dovrebbe unire le persone e promuovere una sana competizione. La responsabilità non ricade solo sugli arbitri, ma su tutti gli attori coinvolti nel gioco, dai dirigenti ai tifosi, passando per i media, in un’ottica di educazione e crescita collettiva.