Afghanistan, la storia di Raja: “Chiusa in casa con la famiglia tra paura e resistenza”
Casa delle donne Milano, e altre 78 associazioni, chiedono subito corridoi umanitari
(Milano). “La storia di Raja è una storia di paura ma anche di resistenza. Lei, da studentessa, è rimasta molto colpita dall’occupazione dell’Università di Kabul, luogo che ospita una comunità vivace di studenti internazionali che hanno avuto rapporti con l’Occidente: proprio questo rapporto viene criminalizzato e si sta cercando di eliminare ogni possibile traccia”. È il racconto di Antonella Polisena, collaboratrice di Casa delle donne di Milano che, insieme ad altre 78 associazioni hanno chiesto l’immediata apertura di corridoi umanitari. “C’è una situazione molto diversa tra Kabul e le altre città. Lei aveva previsto una situazione simile ma non si aspettava un’ascesa così repentina: credevano in un diverso supporto internazionale e sono risentiti. È chiusa in casa con la sua famiglia e stanno proteggendo la sorella più piccola. Non è fiduciosa di questa ‘prospettiva di facciata’ dei talebani. Chiede di parlarne il più possibile per non essere abbandonati”. (Antonio Lopopolo/alanews)
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