Caso Melis, il capo della Squadra Mobile: “Indagato quella sera era armato”
“Dobbiamo ancora rintracciare la pistola utilizzata, pensiamo fosse un revolver”
CRONACA (Torino). “L’indagine si è arricchita di ulteriori elementi e altri ancora speriamo di potere mettere sul tavolo nelle prossime ore: alla presenza nell’area della scena del crimine si è aggiunta la testimonianza dirette e immediate del fatto che Luigi Oste quella sera fosse armato, avesse una pistola in mano. Sicuramente un aspetto che manca è il rintracciare l’arma utilizzata per commettere il delitto, che pensiamo fosse un revolver – così Luigi Mitola, capo della Squadra Mobile di Torino, durante la conferenza stampa per chiarire la situazione riguardo il Caso Melis – Siamo riusciti non certo di vedere l’evento criminoso ma di testimoniare la presenza dell’indagato sul luogo. Non è solo il fatto di vedere fisicamente l’uomo che si muove sulla scena del crimine ma che nel momento in cui si allontana si reca nel bar a pochi metri di distanza. Così abbiamo ottenuto testimonianze e chat sul telefono che ci hanno restituito delle prove: nel momento in cui l’indagato ha capito di non avere possibilità per la relazione ha rivolto il suo rancore nei confronti di una persona che non c’entrava nulla, reo di essere amico della donna”. (Sara Iacomussi/alanews)
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