Caso Pifferi, avvocato De Mitri: “In quei documenti elementi che fanno dubitare validità test”
“Pensavamo che fosse giusto che i periti valutassero quel test device”
Cronaca (Milano). “Il valore aggiunto non era sulla responsabilità di Alessia Pifferi perché non vogliamo discutere di quello. Il valore aggiunto era soltanto dovuto al fatto che da quegli atti d’indagine veniva fuori un’attività da parte dell’operatrice sanitaria del carcere che in qualche modo è risultata essere artefatta in relazione al test device, non ad altri aspetti. Siccome il test device è stato ritenuto un documento che a livello probatorio la Corte ha acquisito senza nessuna discussione, noi pensavamo che fosse giusto che i periti valutassero quel test device, ma soprattutto valutassero come si è arrivati a quel test device”. Lo ha detto Emanuele De Mirti, legale che assiste la mamma e la sorella di Pifferi. “In quei documenti che io ho chiesto di depositare c’erano degli elementi che fanno fortemente dubitare sia della validità del test device sia di come si è giunti a somministrare un test senza alcuna diagnosi clinica. Era solo questa la mia richiesta”, ha concluso. (Sebastiana Risso/alanews)
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