Caso Rupnik, il racconto di Mirjam: “Nostri ideali sfruttati per abusi spirituali e sessuali”
L’ex religiosa segretaria della fondatrice: “Gloria non è una vittima, non ha rinunciato alla giustizia”
CRONACA (Roma). “Per me Gloria non è una vittima. Una vittima rimane sempre legata al suo carnefice, e viene definitiva in base a tutto quello che le ha fatto sia il carnefice, sia le persone che in lei vedono una persona debole o accondiscendente. In Gloria non trovo queste caratteristiche, lei ha elaborato questa esperienza attraverso il suo dolore, ha saputo perdonare, per questo non ha rinunciato alla giustizia, non solo per se stessa, ma anche per le altre consorelle. Lei ha rotto il circolo vizioso tra vittima e carnefice. Ha saputo concentrarsi su altre realtà trascendendo la sua esperienza negativa che è divenuta fondamento di ulteriore crescita interiore. Eravamo giovani e piene di ideali e proprio questi ideali sono stati sfruttati per abusi di vario genere, di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali”. Così Mirjam Kova?, ex religiosa della Comunità Loyola dove l’ex gesuita Marko Rupnik avrebbe abusato di 20 persone su 41. (Marco Vesperini/alanews)
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