Codogno: le vittime invisibili del Covid tra solitudine, lutti irrisolti e senso di colpa

Codogno: le vittime invisibili del Covid tra solitudine, lutti irrisolti e senso di colpa

L’Associazione Samaritano si reinventa per dare sostegno ai parenti dei morti per il virus

CRONACA (Codogno). Sono vittime invisibili, di cui nessuno parla, quelle incontrate a Codogno al Samaritano, associazione di volontariato che ha deciso di offrire un supporto psicologico per le persone che hanno perso uno o più familiari per colpa del Covid-19 e che non riescono ad elaborare il lutto e a liberarsi dal senso di colpa. “Io e mia sorella non abbiamo potuto fare niente per mio papà”, racconta una signora, “non abbiamo potuto curarlo e assisterlo perchè eravamo in isolamento. Pensavamo anche, come si diceva all’inizio, che fosse solo un’influenza, ma in realtà non è stato così; mio padre stava bene e voleva ancora vivere, ma è morto pochi giorni dopo, da solo, in un luogo che non conosceva”. Un’altra vittima racconta la paura di parlare della morte della madre per Covid con altre persone: “Nessuno mi ha mai voluto ascoltare, per timore, ma io avevo un grande bisogno di sfogarmi, di parlare, perché stavo diventando matta”. Elisa Di Nuzzo, psicologa e psicoterapeuta dell’Associazione Samaritano, spiega le difficoltà di superare la morte di un caro per Coronavirus: “Alcune persone che stiamo seguendo hanno subito lutti in una fase concitata e non chiara, come quella di febbraio e marzo, senza capire quello che gli stava accadendo. Questo ‘congelamento’ delle emozioni rende difficile il processo di rielaborazione. Importante”, continua la dottoressa, “permettere loro di rispecchiarsi con altre persone e condividere un momento che durante il lockdown è stato vissuto invece in totale solitudine”. (Perillo_Maviglia)

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