Coronavirus, Animal Equality: “Chiudere wet market, minaccia per la salute”
Appello all’Onu: “No ai mercati con animali macellati vivi. Già in passato fonti di epidemie”
(Roma). “I wet market si trovano in Asia e Africa, qui animali esotici e da reddito vengono commercializzati e macellati sul posto per i clienti che desiderano carne fresca”, così Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality, organizzazione mondiale di difesa degli animali che ha lanciato una petizione per chiedere all’Onu di chiudere questi “‘mercati umidi’ che prendono il nome dal sangue e dalla viscere degli animali che immergono i pavimenti delle bancarelle”. “Gli animali sono rinchiusi in gabbie anguste e sporche: terreno fertile per le malattie zoonotiche. Già in passato sono stati fonti di epidemie”, spiega. “Gli animali sono stressati, hanno le difese immunitarie basse e sono più facilmente aggredibili da virus e batteri. La grande quantità di animali vivi fa sì che ci possa essere un passaggio da un animale all’altro e poi all’uomo”, dice Enrico Moriconi, veterinario e Garante dei diritti degli animali Piemonte. (Roberta Benvenuto/alanews)
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