Coronavirus, assistente casa riposo Nerola: “Tanta paura. Non bastavano guanti e mascherine”
Silvia, da 11 anni nell’istituto Maria Immacolata: “Sto male dall’11. Sono al terzo tampone, mia figlia non smetteva di piangere”
CRONACA (). “È andato tutto bene” “è tutto sotto controllo”. Così le assistenti della casa di riposo Maria Immacolata di Nerola sfuggono alle domande, dopo aver effettuato il terzo tampone a seguito del focolaio che il 25 marzo ha portato alla chiusura dell’intero paesino di 1980 abitanti. “Si, sono assistente nella casa di riposo. Abbiamo avuto tanta paura, per tutti per la famiglia”, così Silvia che lavora da 11 anni nell’istituto per anziani, che ha ospitato fino a una 60ina di persone prima dello scoppio del focolaio. “Non ci bastavano i guanti e le mascherine. Non ci bastava niente” spiega Silvia, di orgini romene. “Quella sera quando sono tornata a casa, mi figlia aveva lasciato dei disegni. Aveva tanta paura, piangeva di continuo”, racconta. “Speriamo di riaprire presto, anche per gli ospiti, spostarli da una parte all’altra non è facile”, è la speranza di Silvia. “Dall’11 del mese scorso che sto male, tutt’ora sto male”, dice con la voce tremante e descrive i suoi sintomi “tosse, mal di gola, a volte respiro anche male”. Il primo tampone era positivo, il secondo negativo, “speriamo nel terzo”. (Roberta Benvenuto/alanews)
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