Coronavirus, Barbara: “Mio marito aveva tre ore di vita, salvo grazie al plasma”
“Nessuna cura funzionava, fosse rimasto a Bergamo sarebbe morto”
(Bergamo). “Mio marito ha 53 anni, si è ammalato di Coronavirus ad inizio marzo ed in pochi giorni si è aggravato. A Bergamo non c’era posto, quindi lo hanno spostato a Mantova. Al pronto soccorso gli davano tre ore di vita, mi hanno detto che non sarebbe arrivato alla mattina seguente”. Sono queste le parole con cui Barbara, moglie di Mario, malato di Coronavirus, racconta la sua “epopea” per sconfiggere il Coronavirus. “Quando siamo arrivati a Mantova i dottori mi hanno informato che l’unica soluzione possibile sarebbe stata un tentativo con l’iperimmune, così i medici chiamano il plasma”. Da lì la storia cambia, in meglio, perché “dopo la prima sacca Mario si è svegliato dal coma, dopo la seconda lo hanno estubato e con la terza è riuscito a parlare. Ora sta meglio, si è negativizzato, non ha problemi ai polmoni e non ha avuto effetti collaterali”. Barbara lo definisce il “siero della vita” e confessa che se “fosse rimasto a Bergamo, senza il plasma, ora suo marito sarebbe morto”. (Luca Perillo/alanews)
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