Coronavirus, il duro sfogo di un OSS: “Abbiamo morti sulla coscienza, non ripetiamo gli stessi errori”
“Perché ci fanno solo un tampone prima di rientrare al lavoro? Protocolli continuamente sbagliati”
CRONACA (Vertova). E’ uno sfogo durissimo quello di Federico Trebbi, operatore sanitario di una RSA nella Val Seriana, zona falcidiata dal Cordonavirus: “Perché ci fanno fare solo un tampone prima di rientrare al lavoro dopo la quarantena? Perché continuano a sbagliare i protocolli?”. Sono queste alcune delle domande a cui, nonostante le chiamate all’ATS, Federico non ha avuto risposta. “Tutti noi operatori sanitari abbiamo dei morti sulla coscienza: io, ad esempio, ho fatto un grave errore che non so se riuscirò a superare; sono tornato al lavoro dopo diversi giorni di febbre solo perché stavo meglio, invece avrei dovuto rimanere a casa in isolamento”. A peggiorare lo stato d’animo arriva la notizia della morte per Coronavirus di una collega di 60 anni che lavorava nella sua RSA: “Non so cos’ho provato quando me lo hanno detto, so solo che accettiamo dei rischi facendo questo lavoro; quello che però non è accettabile”, conclude Federico, “è fare gli stessi errori per la seconda volta. Questo vuol dire essere recidivi”. (Luca Perillo/alanews)
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