Coronavirus, medico Niguarda: “In ospedale non ci sentiamo protetti”
La dottoressa Gerarda Izzo: “Dopo tre tamponi sono ancora debolmente positiva”
CRONACA (Milano). Le cifre dell’ultimo rapporto interno sui medici, gli infermieri e i tecnici che si sono ammalati di Coronavirus all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano sono emblematici. Raccontando quello che è accaduto all’interno di una struttura d’eccellenza della sanità pubblica milanese si apre uno scenario molto più ampio sul disastro prodotto dal Covid-19 in tutti gli ospedali italiani. Tra gli oltre 180 dipendenti sanitari risultati “positivi” al Covid c’è anche la dottoressa Gerarda Izzo, tecnico sanitario di radiologia medica. “Durante i miei turni di lavoro sono quasi sempre stata esposta al contagio, stando a stretto contatto con i pazienti per effettuare esami radiologici nei vari reparti. Avevo a disposizione solo una mascherina chirurgica mentre i pazienti erano sprovvisti di questo dispositivo. Nessuna sfortunata coincidenza, il virus mi ha colpito per l’evidente carenza dei dispositivi di sicurezza a disposizione del personale sanitario. In ospedale non ci sentiamo protetti e nessuno ci prende in carico per tutelarci” racconta la dottoressa Izzo. “Avevo sintomi lievi e ho effettuato il primo tampone. Il risultato è arrivato a distanza di una settimana. Ho fatto oltre un mese di quarantena e dopo 3 tamponi sono ancora debolmente positiva quindi continuo a restare in casa, sperando di tornare presto a fare il lavoro che amo”. (Antonio Lopopolo/alanews)
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