Coronavirus, viaggio nell’oblio dei cimiteri: “Rimangono soli anche dopo la morte”
“Facciamo dei video per testimoniare che non trattiamo i defunti come salme d’ufficio”
CRONACA (Torino). “Sono completamente soli. Una volta che i positivi di Coronavirus entrano in ospedale, i parenti non possono più vederli, e lo stesso è anche una volta mancati: è un dolore grande, e non è facile nemmeno per noi” a raccontare, con commozione, è il diacono Marco Allara, in servizio al Cimitero Monumentale di Torino. “Abbiamo avuto 440 decessi in più nel marzo 2020 rispetto a un anno fa, un dato molto triste”: aggiunge l’assessore ai Servizi Cimiteriali di Torino Marco Giusta. “Il lavoro è aumentato, per chi è qui da tanto è triste vedere dei funerali così – racconta Dario Donna, responsabile Cimiteri a Torino – Alcuni colleghi portano fiori sulle tombe vuote, un’altra fa dei video a testimonianza che questi defunti non sono semplicemente delle salme d’ufficio”. “Non possiamo confortare i parenti, con una stretta di mano, con un abbraccio, con una frase, siamo blindati. Prima si poteva parlare dei grandi temi della vita, ora è tutto ovattato, nell’oblio” conclude il diacono. ()
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