Categories: Cronaca

Cortei Pride vietati in Ungheria: UE promette battaglia contro Orban

L’Unione Europea ha annunciato azioni mirate contro l’Ungheria e il suo presidente Viktor Orban, colpevoli di aver vietato le manifestazioni Pride nel paese

La questione dei diritti civili e delle libertà fondamentali all’interno dell’Unione Europea è tornata a essere al centro del dibattito politico, specialmente dopo la recente decisione del governo ungherese di Viktor Orban di vietare le celebrazioni del Pride. Questa mossa ha suscitato forti reazioni non solo in Ungheria, ma anche a livello europeo, dove si sottolinea l’importanza dei valori di libertà e uguaglianza che uniscono gli Stati membri.

I principi che uniscono i nostri Stati membri sono chiari: siamo un’unione di libertà e uguaglianza. Così il commissario Ue per la Giustizia, Michael McGrath, sul Pride in Ungheria. “La Commissione agirà per difendere lo stato di diritto.”

La posizione della Commissione Europea

Michael McGrath, commissario europeo per la Giustizia, ha espresso chiaramente la posizione della Commissione Europea durante un dibattito al Parlamento europeo. Ha affermato che “i principi a cui tutti i nostri Stati membri aderiscono volontariamente sono chiari” e ha ribadito l’impegno dell’Unione a garantire che “tutti possano essere se stessi, vivere e amare liberamente”. Le parole di McGrath evidenziano non solo una difesa dei diritti LGBTQ+, ma anche un richiamo a quei valori democratici che sono alla base della costruzione europea.

Azioni legali contro Budapest

La Commissione ha già avviato una serie di azioni legali contro Budapest in passato, riguardanti le restrizioni sui diritti umani e la libertà di espressione. McGrath ha affermato che “non esiteremo ad intraprendere ulteriori azioni e, ove opportuno, ad avviare procedure di infrazione”, segnalando così la determinazione dell’Unione a intervenire contro ogni forma di discriminazione.

Un contesto di tensioni

Questo episodio non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra i valori europei e le politiche autoritarie di alcuni governi membri. La risposta della Commissione potrebbe avere ripercussioni significative non solo per l’Ungheria, ma anche per altri Stati che potrebbero essere tentati di adottare misure simili, creando un precedente per la protezione dei diritti civili in tutta Europa. In un momento in cui la coesione dell’Unione è messa alla prova, questo dibattito solleva interrogativi fondamentali su quale direzione prendere per garantire un futuro rispettoso dei diritti di tutti i cittadini europei.

Redazione

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