Dal Corso, autopsia contraddice la diagnosi che aveva portato archiviazione: “Il collo non è rotto”
La sorella: “Impossibile verificare percosse perchè il corpo è in avanzata decomposizione”
CRONACA (Roma). “Dall’autopsia emergono fatti importanti, prima vorrei chiarire come il medico legale nominato dalla procura di Oristano si è affrettato a rilasciare dichiarazioni su come fosse andata l’autopsia ma ha dimenticato la parte più importante. Non ci sono segni evidenti all’esame macroscopico però ha portato all’esclusione dell’osso del collo, come inizialmente prospettato come causa del decesso. Si aspettano esiti della tac e dell’esame microscopico. Non si è trovato nulla sul corpo di Stefano perché era impossibile trovare tracce di percosse, essendo il corpo in avanzato stato di decomposizione essendo passato 1 anno e tre mesi. Non si può trovare nulla ad oggi. Non avendo trovato rottura dell’osso del collo, che però era scritto come causa del decesso. Ci dovranno spiegare perché è stato scritto questo dal medico del carcere. Se non fosse stato scritto che si era rotto l’osso del collo si sarebbe dovuta fare l’autopsia prima. Più andiamo avanti e più vediamo ombre sulla situazione”. Così Marisa Dal Corso, sorella di Stefano, morto in carcere in circostanze mai chiarite nell’ottobre 2022. Venerdi 12 gennaio si è svolta l’autpsia sul corpo dopo più di un anno dalla sua morte e 8 richieste da parte della famiglia perche si facesse. Entro 90 giorni dovrebbero uscire i risultati completi degli esami compiuti sul corpo (Stefano Chianese/alanews)
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