Dall’Ucraina alla riabilitazione: la storia di Anna, nuova vita grazie alla neurotuta
“Per la prima volta usiamo un mezzo esterno per ridare movimento, è un nuovo inizio”
CRONACA (Torino). “Per la prima volta abbiamo usato un mezzo esterno per poter trattare e mobilizzare questa ragazzina che mostrava alterazione del proprio schema corporeo e sulla quale trovavamo difficoltà nonostante i farmaci e gli interventi a gestire. La tutina ci dà la possibilità di farlo e diventa un mezzo per aiutare chi si occupa di riabilitazione – così il dottor Maurizio Beatrici, direttore Neuroriabilitazione del presidio Cto-Usu di Torino, dove oggi è stata presentata la neurotutina che sta aiutando Anna, profuga ucraina con una cerebrolesione post-traumatica, a riacquistare mobilità – Non è il lieto fine, ma sta iniziando il calvario della riabilitazione. È lo start”. “La tuta lavora sui muscoli antagonisti, riduce le spasticità. È importante perché è un sintomo comune a una moltitudine di patologie, dagli ictus alla paralisi cerebrale infantile, può impattare su milioni di persone – spiega Roberto Ariagno, direttore Officina Ortopedica Maria Adelaide – Questa spasticità può essere molto forte e può impedire la deambulazione o movimenti molto semplici. Nei pazienti meno gravi aiuta la deambulazione, in quelli più gravi chi gli sta intorno”.P (Sara Iacomussi/alanews)
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