La Lega annuncia una mozione per sostenere il governo nel rivedere le normative dell’Unione europea che gravano su consumatori e imprese. Tra i provvedimenti contestati ci sono la direttiva Casa Green e il divieto di motori Euro 5
In un contesto economico sempre più complesso, la Lega si fa portavoce delle esigenze delle imprese italiane mobilitandosi contro le normative europee che, secondo il partito, ostacolano la loro crescita. L’intento è quello di presentare una mozione in tutti gli organismi politici in cui è rappresentato, dai Consigli comunali fino al Parlamento europeo, per sostenere il governo italiano in un negoziato volto a rivedere radicalmente le disposizioni percepite come veri e propri “dazi interni”.
Politiche europee e costi aggiuntivi
Secondo la Lega, le attuali politiche europee impongono costi aggiuntivi non giustificati, gravando sia sui consumatori che sulle aziende. Tra le normative contestate spicca la direttiva sulla Casa Green, che richiede un significativo impegno da parte delle imprese per conformarsi a standard ecologici. Inoltre, l’imminente divieto di utilizzo dei motori Euro 5, previsto per luglio di quest’anno, suscita preoccupazioni, soprattutto in vista del divieto totale dei motori endotermici entro il 2035, una misura che potrebbe danneggiare l’industria automobilistica nazionale.
Obbligo di bilancio di sostenibilità
Un altro punto controverso è l’obbligo di bilancio di sostenibilità per le aziende, che comporta ulteriori oneri burocratici in un momento in cui molte imprese faticano a riprendersi dalla crisi economica. Le regole di bilancio del patto di stabilità e crescita sono anch’esse al centro del dibattito, in quanto limitano la capacità degli stati membri di investire in infrastrutture e servizi essenziali.
Un approccio equilibrato
La Lega sottolinea che la risposta dell’Unione Europea non dovrebbe basarsi su sterili rappresaglie, ma piuttosto sull’impegno a rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita delle aziende italiane. Il partito intende porre l’attenzione su un approccio più equilibrato e pragmatico, capace di bilanciare le necessità di sostenibilità ambientale con quelle di sviluppo economico.