Emanuele Pozzolo | Instagram @emanuele_pozzolo - alanews
Emanuele Pozzolo è tornato in tribunale a Biella per il processo relativo allo sparo avvenuto a Rosazza la notte di Capodanno 2024
Oggi, il tribunale di Biella ha ripreso il suo esame su un caso che ha scosso la comunità locale: lo sparo avvenuto la notte di Capodanno del 2024 a Rosazza. In aula, il deputato Emanuele Pozzolo ha assistito a una testimonianza cruciale: quella di Luca Campana, l’uomo rimasto ferito. Questo processo, avviato il 25 febbraio, verte sul reato di porto abusivo di armi e uso di munizionamento da guerra, con la PM Paola Francesca Ranieri che intende ascoltare testimoni chiave.
Luca Campana, 32 anni, ha raccontato i momenti drammatici della festa che si è trasformata in un incubo. Con grande emozione, ha descritto la scena in cui è stato colpito, affermando che “l’arma era in mano a Pozzolo“. Ha spiegato di aver chiesto al deputato il motivo dello sparo, senza ricevere né soccorso né spiegazioni. La serata si è rapidamente trasformata in un dramma.
Campana ha raccontato di trovarsi al centro della sala quando, dopo la mezzanotte, si è avvicinato al tavolo dove si trovavano Pozzolo e Pablito Morello, ex caposcorta del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro. Durante il suo racconto, ha espresso dubbi sull’autenticità dell’arma, chiedendo a Pozzolo se fosse vera, ma non ha ottenuto risposta. “Pozzolo ha iniziato a maneggiare l’arma“, ha affermato, descrivendo come il deputato tenesse l’oggetto sul palmo mentre premeva sul tamburo. “Poi è partito il colpo“, ha aggiunto, sottolineando che il proiettile ha colpito la sua gamba sinistra, mancando di poco l’arteria femorale.
L’avvocato di Pozzolo, Andrea Corsaro, ha tentato di mettere in discussione la versione di Campana, chiedendo chiarimenti sulla dinamica dell’incidente. Ha contestato l’affermazione che l’arma fosse stata maneggiata da altri, insistendo sulla necessità di una ricostruzione precisa dei fatti. Tuttavia, Campana ha ribadito la sua versione, chiarendo che, nonostante un possibile fraintendimento iniziale, era effettivamente Pozzolo a tenere l’arma al momento dello sparo.
Il processo continua a mettere in evidenza non solo la gravità dell’incidente, ma anche le responsabilità di chi, in posizioni di potere, può trovarsi coinvolto in situazioni così delicate. La testimonianza di Campana, che ha accettato un risarcimento e ha ritirato la querela, solleva interrogativi sulla sicurezza e sull’uso delle armi, evidenziando la complessità delle relazioni tra politica e giustizia. Il dibattito in aula è atteso con grande attenzione, mentre la comunità locale si interroga sulle conseguenze di questo episodio drammatico.
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