Emergency, la commozione del driver rhib: “Le grida di aiuto dei bambini sono indimenticabili”
Alberto Radaelli salva vite per Emergency e una volta ha avuto a che fare con le milizie libiche
Cronaca (Catania). Guidare un rhib non è una missione facile, farlo per salvare vite umane nel Mediterraneo lo è ancora meno. Alberto Radaelli è la persona che ha il compito di farlo sulla Life Support. Sulle sue spalle tante missioni e ognuna porta con se un ricordo indelebile che ancora oggi lo fa commuovere. “Lo faccio perché voglio aiutare delle persone che sono nate nella parte sbagliata del mondo”, ripete in lacrime. Per il salvataggio in mare diventa fondamentale “far uscire le emozioni solo quando sentiamo: rescue complete”. Per lui il momento più difficile è quando i naufraghi lasciano la nave perché “ti chiedi sempre come andrà la loro vita, noi facciamo una piccola cosa ma non è mai abbastanza. Io ricordo sempre gli odori e il pianto dei bambini, sembra retorica ma non lo è”. Ha avuto più volte avere a che fare con la Guardia Costiera libica ed anche con le milizie della SSA. “Hanno cercato di intimidirci con delle manovre aggressive, ma questo è nella normalità”, ha minimizzato (Davide Di Carlo/alanews)

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