Fine Vita, Cappato: “Rischiamo 12 anni, ma andremo avanti fino a che diritto non sarà stabilito”
“Aiutato Massimiliano perché era doveroso farlo, lo rifaremmo”
(Roma). “Dibattimento in corso, voglio solo ribadire che noi, Felicetta, Chiara e io abbiamo aiutato Massimiliano perché ritenevamo e riteniamo fosse nostro dovere farlo per interrompere una condizione di tortura alla quale era sottoposto. Se tornassimo indietro lo rifaremmo per lui e per le persone nelle sue condizioni. Riteniamo importante, qualunque debba essere la decisione finale, che anche Laura e Martina siano state ammesse in questo giudizio. Prendiamo atto che il governo italiano ha voluto costituirsi con una linea dalla quale discenderebbe un’applicazione delle regole tali da esporci a una condanna da cinque ai 12 anni di carcere. Ugualmente diciamo lo rifaremmo. E andremo avanti finché questo diritto non sarà stabilito in questo paese”. Lo ha dichiarato Marco Cappato a margine dell’udienza alla Corte costituzionale. Cappato, Lalli e Maltese rischiano una condanna fino a 12 anni proprio in base all’articolo 580 di una legge del 1930 sull’istigazione o aiuto al suicidio. (Pasquale Luigi Pellicone/alanews)
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