Foibe, Barbara Tarticchio: “Al suo ritorno mio padre visse la diffidenza”
La figlia di Piero riporta la testimonianza dell’esodo giuliano-dalmata: “Ricorda il terrore”
(Milano). “In famiglia abbiamo sette infoibati. Mio padre, Piero, racconta di come hanno prelevato il nonno: la notte sono entrati in casa i partigiani di Tito con la bustina rossa. Ricorda il terrore, gli scarponi chiodati, gli annodarono i polsi con il filo di ferro e lo spinsero fuori con il calcio del fucile. Ricorda dov’era imprigionato, visibilmente torturato. Da questa sorta di carcere, una persona disse ‘Non cercate più gli 800 prigionieri, probabilmente li portano a Fiume per processarli’. A Fiume non arrivarono mai, finirono nelle foibe del circondario. Ora, quando mio padre torna in Istria depone un fiore su una tomba qualsiasi perché non sa dove è stato gettato suo padre. Lui ha vissuto l’accoglienza con la diffidenza perchè agli italiani non tornava che alcuni scappassero dal paradiso comunista di Tito”. Così Barbara Tarticchio, figlia del testimone vivente dell’esodo giuliano-dalmata Piero Tarticchio, a margine della cerimonia in onore delle vittime delle Foibe in zona Repubblica. (Nicoletta Totaro/alanews)
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