Il Coordinamento dei Familiari delle Vittime di preti pedofili ringrazia Papa Francesco per aver affrontato la questione della pedofilia con parole incisive, ma esprime amarezza per la mancanza di azioni concrete. Una nota che sottolinea un divario tra dichiarazioni e fatti
Nel giorno in cui si celebra l’operato di Papa Francesco, c’è anche chi critica il Pontefice. Cristina Balestrini, portavoce del Coordinamento dei Familiari delle Vittime di preti pedofili, ha espresso una profonda amarezza nei confronti del pontefice, sottolineando che, sebbene le sue parole sulla pedofilia siano state abbondanti, le azioni concrete per affrontare il problema rimangono insufficienti.
Le parole del Papa e la frustrazione delle vittime
Balestrini ha affermato: “Un Papa che ha parlato tantissimo di pedofilia, forse il pontefice che ne ha parlato di più. Grandi complimenti da tutto il mondo, sempre e comunque. Ma l’onestà intellettuale di approfondire queste infinite parole o scritti non è stata colta da nessuno.” Questa frase mette in evidenza una frustrazione condivisa da molti, che percepiscono nelle parole del Papa una mancanza di corrispettivo pratico.
Un “grazie” ambiguo e le critiche alla Chiesa
Il Coordinamento, che riunisce familiari di vittime, ha voluto esprimere un “grazie” ambiguo al Papa, riconoscendo l’importanza del dibattito avviato, ma lamentando al contempo l’assenza di misure efficaci. Dopo anni di scandali, la Chiesa cattolica ha avviato alcuni cambiamenti, ma le critiche rimangono forti. Molti sostengono che le riforme siano spesso superficiali e che le vittime continuino a sentirsi abbandonate.
Una crisi di fiducia
La questione degli abusi sessuali nella Chiesa non è solo un problema di gestione interna, ma riflette anche una crisi di fiducia che ha colpito milioni di fedeli in tutto il mondo. Le parole di Balestrini risuonano come un appello per un impegno più deciso e tangibile nella lotta contro gli abusi, affinché le vittime non siano solo un tema di discussione, ma al centro di un cambiamento reale.
In questo scenario, la responsabilità della Chiesa di affrontare il passato e garantire un futuro più sicuro per i giovani diventa sempre più urgente. La speranza è che, oltre alle parole, arrivino finalmente i fatti, per restituire dignità e giustizia a chi ha sofferto in silenzio.