Il medico che salvò da un tumore il capo di Hama Sinwar: “Non mi pento, era mio dovere”
Membro dell’intelligenze israeliana nelle carceri il nipote di Biton è stato rapito il 7 ottobre da Hamas
Cronaca (Roma). “In prigione Sinwar mi disse che aveva male alla testa e gli diagnosticammo un tumore al cervello. Fu operato e gli salvammo la vita. Mi disse che gli dovevo la vita e mi chiese il numero di telefono perché un giorno si sarebbe sdebitato. Come lo ha fatto? Rapendomio nipote il 7 ottobre, linciato da soldati di Hamas dopo essere stato ferito in un kibbutz. Non mi aspetto che qualsiasi membro di Hamas mi dia qualcosa indietro. Non sono spinto dalla vendetta. Mi sono più volte domandato dopo il 7 ottobre se mi sono pentito e la risposta è no. Perché quello è stato il mio dovere di medico. Questa è la morale degli ebrei e degli israeliani. Sinwar, invece, tagliò la testa in carcere a due membri di Hamas accusati di essere spie, erano musulmani e fondatori di Hamas, cosa farebbero agli ebrei se si comportano in questo modo con i palestinesi?”. Così Yuval Biton, durante l’incontro ‘A tu per tu con la mente del 7 ottobre’ organizzato a Roma dalla Fondazione Marco Besso. (Marco Vesperini/alanews)
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