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Il rame per contrastare il Covid: la sfida dell’azienda toscana KME

Il rame per contrastare il Covid: la sfida dell’azienda toscana KME

La dott.ssa Martellucci: “Si autoigienizza, il suo impiego è versatile”

CRONACA (Lucca). Il rame in Toscana diventa un ottimo alleato nella battaglia al Coronavirus. La multinazionale del KME ha avviato un progetto per sfruttare le proprietà antibatteriche e antivirali del rame. Il virus quando viene a contatto con questo materiale, neutralizza al 90% la carica virale in circa 10 minuti fino ad arrivare al 100% in 60 minuti. Di qui la versatilità nell’impiego di lamine e tubi di rame nei più svariati settori, nelle diverse occupazioni quotidiane, dai manici dei carrelli in aeroporti o nei supermercati ai corrimano e alle maniglie per appoggiarsi in metro o autobus, così come in molte aree degli ospedali dove limiterebbe le possibilità di contagio dovuto al contatto con superfici contaminate. Il direttore tecnico della KME, Vincenzo Autelitano, spiega l’impiego del rame e la nascita di questo progetto anti-Covid: “KME è un’azienda che lavora nella produzione di semilavorati del rame e di tutte le sue leghe. Da quando è iniziata la pandemia, abbiamo lanciato la linea di prodotti SaCup, che trova applicazione in tutti i settori industriali, commerciali e di costruzioni civili. All’aeroporto Linate di Milano abbiamo collaborato per la sostituzione di tantissimi pezzi all’interno dei mezzi di trasporto, così come i carrelli portabagagli e le maniglie di appiglio. Stiamo sostituendo plastiche e altri metalli con il rame, che ha efficaci proprietà antibatteriche e antivirali”. La dottoressa Elena Martellucci, responsabile del centro ricerche di KME, sottolinea la versatilità del rame e la sua caratteristica autoigienizzante: “Grazie al supporto dell’Università degli Studi di Firenze avevamo già documentato la capacità antibatterica del rame. Con lo scoppio della pandemia, abbiamo chiesto all’università di Pisa un ulteriore approfondimento che ha testimoniato quanto il rame riuscisse a debellare anche Sars-Cov2. Sono stati fatti dei test che hanno verificato che sul rame dopo un tempo di contatto di 10 minuti, la carica virale è abbattuta del 90%. In questo modo, abbiamo potuto sviluppare una gamma di prodotti che possano coprire molte applicazioni, soprattutto dove si ha un contatto con le superfici. Infatti, è stato dimostrato che l’80% delle infezioni si trasmettono per contatto delle superfici infette”. (Emanuele De Lucia/alanews)

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Emanuele De Lucia

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