Un'auto della Guardia di Finanza | Fonte foto: www.gdf.gov.it - sito ufficiale della Guardia di Finanza e del Mef (ministero dell'Economia e delle Finanze) - alanews.it
L’operazione delle Fiamme gialle ha coinvolto un vasto patrimonio, comprendente beni mobili e immobili. Sigilli dei finanzieri a beni in otto province italiane, da Nord a Sud
Un’operazione della Guardia di Finanza che ha portato alla maxi confisca di 294 milioni di euro nei confronti di Antonio Passarelli, un imprenditore accusato di riciclare denaro di origine camorristica, segna un importante passo nella lotta contro la criminalità organizzata in Italia. Questo blitz ha coinvolto un vasto patrimonio, sequestrato a dicembre 2022 e comprendente beni mobili e immobili distribuiti in otto province italiane, da Bologna a Campobasso. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno rivelato un sistema complesso di riciclaggio e intestazione fittizia di beni.
La confisca, disposta dal Tribunale di Napoli, ha interessato:
Questi beni sono stati localizzati in diverse città e province, tra cui Bologna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina e Sassari, ma ubicati anche nelle province di Ravenna e Campobasso. Passarelli, secondo gli inquirenti, si sarebbe occupato del denaro sporco derivante da vari e diversi clan camorristici, tra cui i Mallardo, i Di Lauro, gli Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto. Le indagini hanno evidenziato un’operazione di riciclaggio che si estendeva oltre le frontiere locali, coinvolgendo diverse regioni italiane: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Molise e Sardegna.
Le indagini, avviate nel 2022, hanno messo in luce una sproporzione tra i redditi ufficiali di Passarelli e il suo patrimonio. La Guardia di Finanza, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, ha utilizzato tecnologie avanzate per tracciare i flussi di denaro e ricostruire la rete di affari legata all’imprenditore. Questo approccio ha permesso di rivelare i legami tra Passarelli e i clan mafiosi, dimostrando come il crimine organizzato riesca ad infiltrarsi nell’economia legale.
Il valore della confisca di quasi 300 milioni di euro rappresenta una delle operazioni più significative nella lotta contro il riciclaggio di denaro in Italia. Le autorità hanno sottolineato l’importanza di azioni straordinarie come questa per contrastare la criminalità organizzata.
Il caso di Passarelli è un chiaro esempio di come la criminalità organizzata possa infiltrarsi nel tessuto economico, ma anche della resilienza delle istituzioni italiane nel combattere tali fenomeni. L’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura è cruciale per garantire che i patrimoni illeciti vengano confiscati e restituiti alla collettività, segnando un passo importante nella lotta contro la mafia e la criminalità economica.
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