Un medico | Pixabay @ Julio César Velásquez Mejía - Alanews.it
L’assenza di medici di base si sta rivelando una vera e propria emergenza sanitaria in diverse regioni italiane, con particolare attenzione a Abruzzo, Marche, Molise e Umbria. Questo fenomeno critico è emerso durante il X Congresso interregionale della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), tenutosi il 4 e 5 aprile a Colli del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Durante l’incontro, i professionisti del settore hanno lanciato un allerta riguardo alla progressiva “scomparsa” dei medici di famiglia, una problematica che colpisce non solo le aree più remote, ma anche quelle con una densità di popolazione più bassa.
La Simg ha evidenziato come, in quasi ogni regione italiana, si stia registrando una diminuzione del numero di medici di medicina generale. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nelle aree interne e montane, dove i piccoli comuni affrontano sfide significative per garantire l’accesso ai servizi sanitari di base. La riforma delle Case di comunità, parte del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), potrebbe non essere sufficiente a soddisfare le esigenze di queste zone, dove la distanza e la difficoltà di collegamenti rappresentano ostacoli insormontabili.
Il problema si complica ulteriormente considerando la struttura demografica delle regioni colpite. In molte di queste aree, la popolazione è in gran parte composta da anziani, che necessitano di assistenza medica costante. La mancanza di medici di base costringe i pochi professionisti rimasti a coprire vasti territori, spesso distanti tra loro anche un’ora di viaggio. Ciò non solo limita il numero di visite quotidiane, ma crea anche frustrazione tra i pazienti, costretti a cercare cure in condizioni di grande difficoltà.
Inoltre, la carenza di medici di famiglia ha ricadute dirette sulla qualità dell’assistenza sanitaria. I medici, già sovraccarichi di lavoro, faticano a garantire un’adeguata continuità assistenziale, fondamentale per la gestione delle patologie croniche e per il monitoraggio della salute degli anziani. La Simg ha sottolineato che, in questo contesto, diventa cruciale ripensare l’organizzazione dei servizi sanitari, puntando su soluzioni che possano realmente rispondere alle esigenze delle comunità locali.
Le politiche sanitarie regionali devono affrontare questa sfida con urgenza. È necessario avviare programmi di incentivazione per attrarre nuovi medici nelle aree più disagiate e promuovere la formazione di professionisti in grado di operare in contesti complessi. Al contempo, è indispensabile sviluppare reti di supporto che coinvolgano altre figure professionali, come infermieri e assistenti sociali, per garantire un’assistenza integrata e multifunzionale.
La questione della carenza di medici di base non è solo una problematica locale, ma mette in discussione l’intero sistema sanitario italiano, evidenziando la necessità di un intervento coordinato e strategico a livello nazionale. La salute dei cittadini, soprattutto nelle aree più vulnerabili, deve diventare una priorità assoluta, affinché tutti possano avere accesso a cure adeguate e tempestive. L’impatto di questa crisi non si limita alla difficoltà di accesso alle cure, ma rischia di amplificare le disuguaglianze già esistenti tra le diverse aree del paese, minando così il diritto alla salute di tutti i cittadini.
Trump esprime frustrazione verso Putin e Zelensky. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha…
Omicidio Boiocchi, pm Viola: "Ricostruiti tutti i fatti di sangue delle curve" "Contestate anche modalità…
Omicidio Boiocchi, capo mobile Milano: "Lieti se indagine ha normalizzato tifo" In mattinata 6 arresti…
Nella cornice incantevole del Monte Carlo Masters, Musetti ha sorpreso il mondo del tennis battendo…