Categories: Cronaca

Insegnante di un liceo nel Torinese arrestato con l'accusa di molestie sessuali

L’uomo, un 50enne, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di molestie e violenze sessuali ai danni di alcuni studenti

Un insegnante di 50 anni, attivo presso il liceo Fermi-Galilei di Ciriè, nel Torinese, indagato per molestie sessuali dalla procura di Ivrea, è stato arrestato dai carabinieri e posto agli arresti domiciliari con l’accusa di molestie e violenze sessuali ai danni di alcuni studenti. La misura cautelare è scattata al termine di una serie di accertamenti. L’operazione, condotta dalla compagnia di Venaria Reale, è stata avviata dopo che alcuni genitori hanno presentato denunce, portando l’istituto a sospendere l’insegnante già un paio di mesi fa. Il 50enne era infatti finito nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Ivrea già ai primi di febbraio e già a metà gennaio, comunque, la scuola aveva appunto sostituito il docente.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Ivrea, si sono intensificate nel corso delle ultime settimane, rivelando una serie di comportamenti inappropriati da parte dell’insegnante. I carabinieri hanno ascoltato circa una quarantina di studenti in modalità protetta, che avrebbero confermato le dichiarazioni dei genitori e le particolari attenzioni dell’insegnante, in alcuni casi durante le ore di lezione, segnalando atteggiamenti particolarmente affettuosi e fisici durante le lezioni. Queste testimonianze hanno fornito una base solida per le accuse mosse contro l’insegnante.

Raccolta di prove materiali

Un aspetto cruciale dell’inchiesta riguarda la raccolta di prove materiali. Gli investigatori hanno acquisito video registrati in aula e in classe, realizzati con i cellulari degli studenti, che dimostrano le condotte illecite del docente. Questi materiali visivi hanno giocato un ruolo fondamentale nell’accertamento dei fatti, consentendo un’analisi più approfondita delle dinamiche avvenute all’interno delle aule scolastiche.

Reazioni della comunità

Il dirigente scolastico, Vincenzo Giammalva, aveva già espresso il proprio dispiacere riguardo alla situazione in una nota del 7 febbraio scorso, sottolineando l’importanza di garantire un ambiente sicuro e sereno per tutti gli studenti. “Siamo tutti dispiaciuti – scriveva lo scorso 7 febbraio in una nota – La comunità scolastica del Fermi-Galilei si affida al lavoro delle autorità competenti per accertare responsabilità ed esprime vicinanza a coloro, tra gli studenti, che sono stati coinvolti e farà di tutto per ristabilire un ambiente sereno e tranquillo per procedere nel cammino di questo anno scolastico”, aveva scritto Giammalva, evidenziando l’impegno della scuola a ripristinare un clima di tranquillità.

L’arresto dell’insegnante ha suscitato un acceso dibattito all’interno della comunità locale e oltre, ponendo l’accento sulla necessità di una maggiore vigilanza nei confronti di situazioni simili nelle scuole. Molti genitori si sono detti preoccupati per la sicurezza dei loro figli e hanno richiesto un intervento più incisivo da parte delle autorità scolastiche e locali.

Supporto agli studenti coinvolti

Questo caso mette in evidenza anche le difficoltà nel denunciare abusi di questo tipo, soprattutto per gli studenti coinvolti. La modalità protetta utilizzata per le audizioni ha rappresentato un passo importante per garantire la sicurezza delle testimonianze e il benessere delle presunte vittime. Le autorità continuano a monitorare la situazione, mentre l’istituto scolastico sta lavorando per fornire supporto psicologico agli studenti coinvolti, in modo da aiutarli a superare l’impatto emotivo di questa esperienza traumatica.

L’inchiesta è ancora in corso e potrebbero emergere ulteriori dettagli nelle prossime settimane. La comunità scolastica e le autorità competenti rimangono vigili e pronte a intervenire, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.

Redazione

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