Liliana Segre si oppone all'archiviazione di Chef Rubio per insulti nazisti | Instagram @chef_rubio_ - alanews
Liliana Segre, vittima di insulti nazisti, si è opposta all’archiviazione di 17 presunti hater, tra i quali spunta Chef Rubio
Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta alla Shoah, continua la sua battaglia contro l’odio e la discriminazione online. Di recente, ha manifestato la sua ferma opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero di Milano, Nicola Rossato, riguardo a 17 presunti hater, tra cui il noto Chef Rubio, accusati di averla bersagliata con insulti razzisti e offensivi. L’udienza si è svolta davanti al giudice per le indagini preliminari Alberto Carboni, il quale dovrà decidere se procedere con ulteriori indagini o archiviare il caso.
L’avvocato di Segre, Vincenzo Saponara, ha presentato in aula un dossier contenente 246 account social da cui sono partiti gli attacchi all’indirizzo della senatrice. Secondo il legale, il 90% degli insulti ricevuti da Segre è di matrice nazista, evidenziando così la gravità della situazione. Saponara ha dichiarato: “Non si tratta solo di offese alla sua età o alle sue opinioni politiche, ma di insulti che evocano un passato terribile”, sottolineando l’importanza di non minimizzare la natura degli attacchi.
Il legale ha anche contestato la tesi del pm, sostenendo che i messaggi offensivi non possono essere giustificati da un contesto politico. Ha affermato: “Ci sono insulti che non possono e non devono essere giustificati da un contesto politico”. Segre ha presentato opposizione anche a un’altra istanza riguardante ulteriori aggressioni verbali online da parte di ignoti, sottolineando che, nonostante la mancanza di identificazione degli autori, gli insulti continuano a rappresentare una minaccia.
La tabella presentata in aula da Saponara distingue le varie tipologie di insulti, utilizzando un codice colore per evidenziare le diverse categorie di offese:
Tra i nomi coinvolti in questa controversia, spicca quello di Gabriele Rubini, meglio conosciuto come Chef Rubio, indagato per diffamazione e minacce online con l’aggravante della discriminazione razziale. La difesa di Rubio sostiene che le sue affermazioni debbano essere considerate nel contesto di un dibattito più ampio, ma la senatrice Segre e il suo legale non intendono abbassare la guardia.
La lotta di Liliana Segre contro l’antisemitismo e l’odio razziale è diventata un simbolo di resistenza in un’epoca in cui il linguaggio dell’odio si diffonde facilmente attraverso le piattaforme digitali. La sua determinazione nel perseguire giustizia e verità è un esempio per molti, evidenziando la necessità di affrontare e combattere attivamente le ingiustizie.
Il giudice Carboni dovrà ora valutare la documentazione presentata e decidere se dare seguito alle indagini o archiviare il caso. Questo processo non riguarda solo la figura di Segre, ma solleva questioni più ampie sul ruolo dei social media nella diffusione di contenuti d’odio e sulla responsabilità degli individui nell’uso di tali piattaforme. La decisione del gip potrebbe avere ripercussioni significative non solo per i diretti coinvolti, ma anche per il dibattito pubblico sull’antisemitismo e sulla libertà di espressione in Italia.
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