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Italia, femminicidi in calo nel 2025: i numeri dei primi tre mesi dell’anno

Nei primi tre mesi del 2025, gli omicidi di donne in Italia sono stati 17, registrando un calo del 35% rispetto ai 26 dello stesso periodo nel 2024. Il report del Viminale evidenzia anche una diminuzione generale degli omicidi, scesi da 80 a 57 (-29%)

Nei primi tre mesi del 2025, l’Italia ha registrato un significativo calo degli omicidi di donne, con 17 casi, rispetto ai 26 del medesimo periodo dell’anno precedente. Questo dato rappresenta una diminuzione del 35%, secondo il report elaborato dal Viminale. Parallelamente, gli omicidi totali nel Paese sono scesi da 80 a 57, con una riduzione del 29%.

Diminuzione degli omicidi in ambito familiare

L’analisi degli omicidi avvenuti in ambito familiare e affettivo evidenzia una diminuzione netta: si è passati da 38 a 25 omicidi, pari a un decremento del 34%. Nel contesto delle vittime di genere femminile, la cifra scende da 23 a 14, registrando un calo del 39%. Questi dati suggeriscono un cambiamento nelle dinamiche della violenza domestica, portando a interrogarsi sulle misure di prevenzione e sulle politiche di supporto alle vittime messe in atto negli ultimi anni.

Calo degli omicidi da partner

Particolarmente rilevante è il calo degli omicidi perpetrati da partner o ex partner, che sono scesi da 17 a 13, con una riduzione del 24%. Le vittime donne in questo contesto passano da 13 a 10, evidenziando una diminuzione del 23%. Questo potrebbe indicare un’efficacia crescente delle campagne di sensibilizzazione e dei programmi di intervento destinati a contrastare la violenza di genere.

La necessità di una continua sensibilizzazione

Le statistiche, sebbene incoraggianti, non devono far dimenticare la gravità del problema. Ogni omicidio rappresenta una vita spezzata e un dramma personale che coinvolge famiglie e comunità. È fondamentale continuare a promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza, affinché tali tragici eventi possano diventare sempre più rari. La lotta contro la violenza di genere deve rimanere una priorità per le istituzioni e per la società civile, affinché il lavoro di sensibilizzazione e prevenzione possa dare risultati ancora più significativi nei prossimi anni.

Redazione

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