(Napoli). “Questo lavoro nasce da un senso di disagio per come il linguaggio pubblico sia stato manipolato, più o meno consapevolmente, dagli attori della scena pubblica, in primis dai politici. L’idea dello spettacolo nasce quindi dall’idea che si possano prendere parole chiave del lessico civile, danneggiate gravemente da usi sbagliati, e si possano restaurare. Credo che occuparsi del linguaggio pubblico non debba essere un lusso da intellettuali ed accademici ma una questione centrale dell’etica civile. Nel libro e nello spettacolo si parla di cinque parole: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza e scelta”. Così Gianrico Carofiglio a margine dello spettacolo, che prende il nome dal libro, “La manomissione delle parole” che sarà in scena al Teatro Nuovo di Napoli dal 10 al 13 maggio. (Luca Leva/alaNEWS)
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