“La notizia in tv, poi la corsa in via Palestro: sembrava una guerra. Ora verità sulla strage”
Trent’anni fa l’attentato mafioso a Milano: i parenti di Carlo La Catena e gli audio dell’epoca
(Milano). “Noi abbiamo appreso la notizia dal telegiornale, in modo un po’ freddo. Solo alle 3 di notte una staffetta dei carabinieri con dei vigili del fuoco vengono a casa e ci ufficializzano la morte di Carlo”. A questo punto la voce di Nicola Perna ha un sussulto: anche a trent’anni di distanza, è ancora difficile parlare della morte del cognato Carlo La Catena, uno dei tre vigili del fuoco morti nella strage mafiosa di via Palestro il 27 luglio 1993. Il 25enne La Catena è la più giovane vittima dell’attentato e in suo ricordo il cognato ha fondato una delle prime associazioni antimafia d’Italia. Nicola ricorda poi la corsa a Milano, al Padiglione di arte contemporanea di via Palestro, che descrive come “uno scenario di guerra, una scena apocalittica”. “Da allora non si è capito più nulla: la nostra vita è cambiata e ancora oggi la ferita non riesce a rimarginarsi”, aggiunge Raffaella La Catena, sorella di Carlo. (Alessandro Boldrini/alanews)
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