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L’incredibile storia del Direttore del The Atlantic: “L’Amministrazione Trump mi ha inviato per errore i piani di guerra”

(Fonte: The Atlantic) – Il 15 marzo 2025, poco dopo le 14:00 ora della costa est, gli Stati Uniti hanno avviato un bombardamento su obiettivi Houthi in Yemen. Tuttavia, prima di questi eventi drammatici, si sono verificati momenti di incredulità e confusione che hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione delle informazioni all’interno dell’amministrazione Trump.
Due ore prima dei primi attacchi, un giornalista ha ricevuto dettagli operativi dell’operazione militare tramite un messaggio su Signal, un’app di messaggistica considerata sicura.

La crisi Houthi e la risposta dell’amministrazione

La storia ha inizio nell’ottobre 2023, quando gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno intensificato le loro aggressioni contro Israele e le rotte commerciali nel Mar Rosso, creando preoccupazioni internazionali. L’amministrazione Biden è stata accusata di non aver preso misure sufficienti per contrastare questa minaccia, portando l’opposizione repubblicana a promettere un approccio più deciso. In questo contesto, Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, ha ricevuto una richiesta di connessione su Signal da un individuo che si è presentato come Michael Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump.

Goldberg ha accettato la richiesta, nonostante i suoi dubbi iniziali. Due giorni dopo, è stato inserito in una chat di gruppo chiamata “Houthi PC small group”, dove i membri discutevano strategie militari e coordinamento per affrontare la crisi. Tra i partecipanti figuravano nomi noti come Marco Rubio, J.D. Vance, Tulsi Gabbard e Pete Hegseth. La presenza di un giornalista in una conversazione così riservata ha suscitato preoccupazioni per la sicurezza, ma Goldberg ha deciso di monitorare la situazione.

La fuga di notizie e le implicazioni legali

Il giorno successivo, la chat ha preso una piega ancor più seria, con Waltz che annunciava l’invio di documenti classificati contenenti le azioni da intraprendere. La discussione si è concentrata su vari aspetti strategici, inclusi i timori di un incremento dei prezzi del petrolio e le possibili ripercussioni sulla politica estera americana. Nonostante le divergenze di opinione, il consenso era di procedere con l’operazione.

La mattina del 15 marzo, Goldberg ha ricevuto un messaggio dettagliato da Hegseth riguardo ai bersagli e alle modalità di attacco. Il contenuto era chiaramente materiale riservato, la cui divulgazione avrebbe potuto compromettere la sicurezza delle forze statunitensi. Nonostante la gravità della situazione, la chat continuava a pulsare di entusiasmo mentre le esplosioni cominciavano a risuonare a Sanaa, confermate dai media.

Le reazioni dentro il gruppo su Signal erano di entusiasmo per il successo dell’operazione, ma la scoperta che un giornalista aveva avuto accesso a comunicazioni così sensibili ha sollevato interrogativi legali. Esperti di diritto hanno sottolineato che Waltz potrebbe aver violato l’Espionage Act, utilizzando un’app di messaggistica non autorizzata per discutere di questioni di sicurezza nazionale. Inoltre, l’uso di Signal per la condivisione di materiale classificato potrebbe costituire una violazione delle normative federali.

Riflessioni sul paradosso dell’amministrazione Trump

Questa situazione ha portato a riflessioni interessanti sul paradosso dell’amministrazione Trump. Mentre Trump aveva criticato duramente Hillary Clinton per l’uso di un server email privato, ora membri del suo stesso governo si trovavano coinvolti in simili violazioni, se non più gravi. L’aggiunta di un giornalista a un gruppo che discuteva di operazioni militari attive ha rappresentato una fuga di notizie, sebbene non voluta.

La questione è ora su come un errore di questo tipo possa essere avvenuto e quali misure saranno adottate per evitare simili incidenti in futuro. La risposta del portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale ha confermato l’autenticità della catena di messaggi, evidenziando che non ci sarebbero state minacce alla sicurezza. Tuttavia, rimane la preoccupazione per la gestione delle informazioni e per l’integrità delle operazioni militari in un contesto geopolitico sempre più instabile.

Redazione

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